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QUARTO/ I carabinieri bussano alla sua porta, malore e ricovero per l’architetto del clan – LA FOTO

QUARTO/ I carabinieri bussano alla sua porta, malore e ricovero per l’architetto del clan – LA FOTO
  • Pubblicato16 Novembre 2018

QUARTO – E’ piantonato in ospedale per un malore accusato quando ha visto i carabinieri bussare alla porta di casa sua con in mano un ordine di espiazione pena. Gaetano Montalto, 62 anni, ritenuto uno dei “colletti bianchi” del clan Polverino, dovrà scontare 10 anni, 10 mesi e 14 anni di reclusione con l’accusa di associazione di stampo mafioso.

CEMENTO IMPOSTO AGLI IMPRENDITORI – Ad arrestarlo sono stati i carabinieri di Marano, che hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dalla Procura generale di Napoli. L’architetto era già finito in manette nel maggio del 2011, nell’ambito dell’inchiesta “Polvere” che vide finire in carcere decine di affiliati e capi dell’organizzazione capeggiata da Giuseppe Polverino, detto ‘o Barone. Nel 2015, dalla nona sezione penale del Tribunale di Napoli arrivò una condanna a 15 anni di galera, tre in più rispetto a quanto chiesto dall’accusa. Secondo l’antimafia partenopea, Montalto avrebbe gestito per anni una delle principali aziende produttrici di calcestruzzo, la Cafa 90, ditta riconducibile al clan. L’azienda venne posta sotto sequestro nel 2009 e, secondo i magistrati, era tramite quest’ultima che l’organizzazione camorristica imponeva il cemento agli imprenditori edili. Le indagini partirono dal ferimento di un costruttore che, dopo essersi rifornito di calcestruzzo dalla Cafa 90, si rifiutò di proseguire l’approvvigionamento in quanto riteneva che il prodotto fosse di pessima qualità.

IL PENTITO E GLI AFFARI DEI POLVERINO – Gaetano Montalto aveva anche trascorso un periodo di detenzione assieme a Tammaro Diana, esponente di spicco dei casalesi, poi divenuto collaboratore di giustizia. In uno degli interrogatori, il pentito raccontò come nei Comuni in cui i Polverini avevano in mano il potere criminale, i grandi insediamenti venissero realizzati con il forte interessamento del clan. A raccontagli i dettagli sarebbe stato lo stesso Montalto nel 2011. L’architetto, come detto, si trova attualmente in ospedale, al san Giuliano di Giugliano, guardato a vista dai carabinieri.