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POZZUOLI/ Spiaggia Prysmian, Figliolia perplesso: “Dopo 13 anni mi chiedono di chiuderla”

POZZUOLI/ Spiaggia Prysmian, Figliolia perplesso: “Dopo 13 anni mi chiedono di chiuderla”
  • Pubblicato5 Marzo 2019
Il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia

POZZUOLI – «Dopo 13 anni, numerose riunioni e tante competenze in campo, oggi il Dipartimento della Salute e delle Risorse Naturali della Regione Campania chiede al Comune di Pozzuoli di chiudere la spiaggia antistante lo stabilimento Prysmian, a tutela della pubblica e privata incolumità. Dopo aver collaborato in maniera fattiva in conferenza di servizi regionale fin dal primo momento, dopo essere stato sulle stesse posizioni assunte anche dalle associazioni territoriali sulla tutela dei fruitori della zona e aver discusso sull’argomento anche nel consiglio comunale, mi chiedo come sia possibile che, a distanza di tanti anni, ci si accorga dell’esistenza di un ‘rischio’ per la salute che ne prevede un’urgente interdizione dell’accesso. Dopo 13 anni durante i quali nessuno ha rilevato questa circostanza così grave. Mi sorge, pertanto, spontanea la domanda su cosa siano serviti gli incontri della Conferenza di Servizi». Lo dice il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia dopo aver ricevuto la richiesta di firmare un’ordinanza di interdizione al pubblico del tratto di spiaggia che si trova davanti al noto stabilimento di Arco Felice, in seguito alla contaminazione da idrocarburi prodotta dallo sversamento accidentale di olio nel lontano 2006.

LA RICHIESTA – Tale richiesta riguarda la chiusura dell’accesso all’arenile, “in via precauzionale”. L’amministrazione comunale aveva già espresso nel corso dei precedenti incontri la disponibilità a trovare una soluzione, coinvolgendo il Demanio Marittimo Regionale, ente gestore dell’area, affinché l’utilizzo della spiaggia potesse essere ripristinato a vantaggio della collettività ed utilizzata in sicurezza dai cittadini e dai turisti. Questa è l’ennesima dimostrazione di come il governo del territorio ricada sempre di più sulle spalle dei sindaci e delle amministrazioni comunali, troppo spesso lasciate sole e ancora più costrette a subire decisioni prese in altri consessi.