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POZZUOLI/ Il Comune parte civile contro chi occupa alloggi abusivamente

POZZUOLI/ Il Comune parte civile contro chi occupa alloggi abusivamente
  • Pubblicato15 Ottobre 2014

di Alessandro Napolitano

Il Rione Toiano
Le “case dei puffi” al Rione Toiano

POZZUOLI – Ancora una costituzione di parte civile del Comune contro chi avrebbe occupato arbitrariamente alloggi o aree di proprietà di via Tito Livio. Una linea che già da tempo il Comune sta seguendo e che, in caso di condanna dell’imputato, darà la possibilità all’ente locale di chiedere i danni. L’ultimo caso riguarda un uomo che ha occupato senza averne alcun titolo un’area pubblica nel rione Toiano, precisamente nelle così dette case dei puffi. L’uomo, rinviato a giudizio, dovrà affrontare il processo a suo carico a partire dal 28 ottobre.

DETURPAMENTO E DEVIAZIONE ACQUE – Le accuse nei suoi confronti sono di deturpamento e imbrattamento di cose altrui e deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi. Per il secondo capo d’accusa l’imputato rischia fino a tre anni di carcere. Come detto da tempo il Comune si sta costituendo parte civile nei processi per occupazioni di alloggi facenti parte del suo patrimonio immobiliare. In passato non sono mancati casi di occupazione da parte di personaggi di spicco della malavita organizzata flegrea, quella legata al clan Longobardi-Beneduce. Tra i condannati “eccellenti” per occupazione senza titolo persino chi ora sta scontando una pena a ben 20 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati legati alla mala flegrea. In quel caso l’alloggio occupato abusivamente si trovava a Monterusciello.

NEI GUAI CAMORRISTI E I LORO PARENTI – Non solo camorristi, però, a finire nei guai. Ma anche i loro parenti. Come la donna, legata a diversi elementi apicali del clan, che venne condannata in quanto invadeva arbitrariamente, al fine di occuparlo, o comunque di trarne profitto un appartamento di via Gavia Marciana. Tanti altri casi, poi si sono registrati in via Ovidio, via Umberto Saba, via Salvatore Di Giacomo e in via Reginelle. In tutti i casi il Comune ha poi chiesto il risarcimento danni ai condannati.