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POZZUOLI/ Chiavi elettroniche ‘vergini’ per rubare le auto e documenti falsi: così agiva la banda dei cavalli di ritorno

POZZUOLI/ Chiavi elettroniche ‘vergini’ per rubare le auto e documenti falsi: così agiva la banda dei cavalli di ritorno
  • Pubblicato13 Febbraio 2019

POZZUOLI – Strumenti per ricodificare le chiavi elettroniche delle auto rubate, e in particolare per i modelli Range Rover, e chiavi elettroniche “vergini”. Sono alcuni dei materiali sequestrati dai carabinieri durante l’indagine coordinata dalla Procura; attrezzi usati dalla banda dei “cavalli di ritorno” per fare razzia di autoveicoli e chiederne spesso il riscatto. La gang era operativa in area flegrea, ma anche “in trasferta”. I componenti del gruppo utilizzavano un linguaggio criptico per far riferimento all’apparecchiatura elettronica trasponder: il nome in codice era “stereo”. Sigilli anche alle targhe di copertura usate per celare l’illecita provenienza dei mezzi.

DALLA CITTA’ DI QUARTO ALLA SPAGNA – Uno dei veicoli rubati dalla banda, una Range Rover Evoque, è stato rinvenuto in Spagna lo scorso maggio. Il gruppo criminale aveva, infatti, legami con persone in grado di predisporre documenti falsi, necessari per il trasporto e per l’immatricolazione all’estero dei veicoli. Tutti i mezzi erano per la maggior parte dei casi di nuova costruzione e di grande valore.

IL ‘RISCATTO’ – Tra gli autoveicoli, oggetto di riscatto, spunta dall’attività investigativa anche un Iveco Daily, furgoncino rubato nel marzo dello scorso anno a Monterusciello. La somma imposta dalla banda dei “cavalli di ritorno” era di circa 600, 700 euro. Dalle indagini è emerso un forte dinamismo dei componenti del gruppo su tutto il territorio flegreo e casertano, nonché efficienti canali ricettativi mediante cui veicolare la refurtiva.

LE SCHEDE TELEFONICHE – La banda adottava anche una serie di cautele per sottrarsi alle attività investigative, come la ‘bonifica’ delle proprie auto; l’utilizzo di schede telefoniche intestate a persone di comodo e la loro sostituzione frequente. Diversi gli incontri faccia a faccia per pianificare le missioni furtive. I “summit” avvenivano tra via Campana e la zona nota come “la rotonda di Maradona”.