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Omicidio d’identità, l’avvocato di Carla Caiazzo: “La nostra proposta di legge sottratta dai Cinque Stelle”

Omicidio d’identità, l’avvocato di Carla Caiazzo: “La nostra proposta di legge sottratta dai Cinque Stelle”
  • Pubblicato19 Marzo 2019
Carla Caiazzo

POZZUOLI – «Perfetto ‘taglia ed incolla’ all’italiana. La nostra proposta di legge sull’omicidio di identità ‘sottratta’ dai Cinque Stelle senza alcun riferimento al lavoro da noi svolto». È l’accusa mossa dall’avvocato penalista napoletano, Maurizio Zuccaro, legale di Carla Caiazzo, la donna puteolana che tre anni fa fu data alle fiamme dall’ex compagno Paolo Pietropaolo, condannato a 18 anni di carcere. Il riferimento dell’avvocato Zuccaro è al “Pacchetto norme antiviolenza donne e minori” che introduce un nuovo reato che punisce severamente chi sfregia una donna. Poche ore fa la presentazione nella sala stampa della Camera da parte della deputata in Commissione Giustizia, Stefania Ascari.

L’avvocato Maurizio Zuccaro

IL DISEGNO DI LEGGE – «Ho scritto la proposta di legge due anni fa, ma giace in un cassetto del Senato della Repubblica. Fu proprio quando mi occupai del triste caso di Carla che pensai a questa proposta di legge, presentata e caduta nel dimenticatoio. Non posso comunque che gioire del fatto che questo governo si direzioni in maniera corretta per contrastare il fenomeno», ha aggiunto il legale. Il disegno di legge, preparato dall’avvocato Maurizio Zuccaro e dalla criminologa Virginia Caravolo, è stato presentato al Senato dalla prima firmataria, Laura Puppato (Pd).

Paolo Pietropaolo

L’AGGRESSIONE –  Era il primo febbraio del 2016 quando la città di Pozzuoli balzò agli onori della cronaca nazionale: Carla Caiazzo, all’ottavo mese di gravidanza, fu data alle fiamme all’esterno della villa di via Vecchia delle Vigne di proprietà del suo ex compagno. Alla base della brutale aggressione una folle gelosia. L’uomo non accettava la fine della loro relazione. Oggi le cicatrici sul corpo di Carla sono il punto da cui ripartire; prosegue, infatti, la battaglia della 41enne a tutela delle vittime di maltrattamenti e abusi: «Donne, urlate sempre contro ogni violenza». Carla portava in grembo la piccola Giulia Pia quando fu vittima dell’aggressione. Pietropaolo, ritenuto colpevole di tentato omicidio, stalking e tentato procurato aborto, è in carcere: la Corte d’Appello del Tribunale di Napoli ha confermato nel novembre del 2017 la pena inflitta in primo grado.