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EVENTI/ A Pozzuoli rivive il mandolino del compositore dell’800 Raffaele Calace

EVENTI/ A Pozzuoli rivive il mandolino del compositore dell’800 Raffaele Calace
  • Pubblicato10 Ottobre 2013
Raffaele La Ragione porta sul palco la musica di Calace

POZZUOLI – Suonare uno strumento originario dell’Ottocento, e farlo rivivere dopo tanti anni. È quello che accade stasera (10 ottobre) nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pozzuoli. È l’omaggio al liutaio, compositore e virtuoso musicista napoletano, conosciuto anche come “il Paganini del mandolino”, Raffaele Calace (1863 – 1934).  A suonare due mandolini del 1921 e del 1922, una mandolyra del 1898 e il liuto cantabile del 1922 appartenuto al maestro, il 27enne puteolano Raffaele La Ragione, accompagnato al pianoforte da Giacomo Ferrari.

UNA VERA PASSIONE  – Una passione, quella di La Ragione, nata per caso, a 11 anni, sui banchi di scuola quando alle medie seguiva un corso gratuito di mandolino, la Giacinto Diano era l’unica scuola d’Italia a realizzarlo. D’allora ne è passata di strada e quel bambino è diventato uomo e musicista, in 7 anni di Conservatorio ha girato per il mondo per condividere emozioni e sensazioni che la musica gli dà. «E’ gratificante salire su un palco è vedere tutta quella gente in attesa di quel primo tocco sulle corde,  non c’è tempo per distrarsi – racconta La Ragione – la concentrazione deve essere altra per fare una buona esibizione». Dopo la Spagna, Grecia, Croazia, Cina, Giappone e Corea del Sud, Raffaele torna a casa, a Pozzuoli e stasera si esibirà con dieci tra le più significative pagine composte da Calace.

NON SOLO “PIZZA E MANDOLINO” – Troppo frequentemente si associa il mandolino a un’immagine folcloristica e popolare della città, depauperandolo dal suo alto valore musicale al pari degli altri strumenti. Su questo La Ragione è molto chiaro: «A Brescia ci sono 5 orchestre di mandolino mentre a Napoli neanche una, è al quanto errata quindi la visione di ghettizzare il mandolino alla sola realtà nostrana. Il nostro repertorio va da Scarlatti, a Mozart a quello contemporaneo, non suoniamo pezzi partenopei.  A Napoli forse si è più restii alla valorizzazione di questo tipo di musica per timore di cadere nel solito luogo comune del “Pulcinella, pizza e mandolino”, un’immagine folcloristica che schiaccia la sua dignità che è pari a tutti gli altri strumenti».

La locandina del concerto, a ingresso libero, di Santa Maria delle Grazie a Pozzuoli

LA SCALETTA DEL CONCERTO – Appuntamento quindi a stasera, alle ore 20, ingresso libero. La scaletta propone brani di diverso respiro, all’insegna della grande eleganza compositiva di Raffaele Calace, quali “Danza dei nani op. 43”, “Polonese op. 36”, “Adagio op. 51”, “Danse Fantastique op. 68”, “Révérence op. 19”, “Meditation op. 76” e il “Canto nostalgico op. 135”. Nato nel 1863 e scomparso nel 1943, Raffaele Calace ereditò la liuteria dal padre Antonio, figlio del fondatore Nicola. La tradizione di famiglia è poi proseguita con i figli Giuseppe e Maria, attivi anche come concertisti, e in seguito con Raffele Jr. fino ad Annamaria (pronipote di Raffaele ed erede di una dinastia di liutai giunta alla sesta generazione). Definito “il Paganini del mandolino” per le sue doti virtuosistiche, Raffale Calace ha scritto oltre 180 opere per strumenti a plettro, e si è esibito in tutto il mondo.

VIOLETTA LUONGO