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Screening anti Covid alla Prysmian di Pozzuoli, scoperti 28 positivi «La produzione va avanti in sicurezza»

Screening anti Covid alla Prysmian di Pozzuoli, scoperti 28 positivi «La produzione va avanti in sicurezza»
  • Pubblicato25 Ottobre 2020

POZZUOLI – Ventotto casi di Covid19 scoperti alla Prysmian di Pozzuoli dopo uno screening avviato dall’azienda su tutti i dipendenti nei giorni 12,13 e 14 ottobre. E’ quanto è emerso nei giorni scorsi nello stabilimento di Arco Felice dove sono stati effettuati 550 tamponi su altrettanti lavoratori. Di questi 21 sono risultati asintomatici, mentre 7 hanno manifestato dei sintomi per i quali però non è stato necessario il ricovero in ospedale. Tutti attualmente si trovano in isolamento fiduciario presso le proprie abitazioni, così come i loro contatti diretti, ovvero quei colleghi che rientrano nel link epidemiologico. Azione cautelativa che ha permesso all’azienda di scongiurare ripercussioni sulla commessa da 700 milioni di euro “Viking Link” a cui stanno lavorando nello stabilimento di Pozzuoli.

I CONTROLLI – «Non abbiamo avuto un primo caso, ma la scoperta è avvenuta attraverso uno screening voluto dall’azienda –spiega Domenico Motti, RSU e RLS della Prysmian – Dopo i primi 14 casi emersi dai 420 tamponi effettuati non ci siamo fermati. Abbiamo continuato con un lavoro in profondità sui contatti diretti e indiretti avuti dai positivi che ci ha permesso di circoscrivere i casi. Ciò anche in virtù di una politica aziendale, condotta dalla direzione rappresentata da Francesco Caputo, che pone al primo posto la salute dei dipendenti e dei loro familiari e che nel corso degli anni ha visto mettere in campo iniziative sulla tutela della salute all’interno dello stabilimento, come in passato abbiamo fatto con campagne contro il fumo e la ludopatia e con continui check-up. Sul Covid siamo stati attenti dal primo momento, istituendo da subito un’unità di crisi all’interno dello stabilimento. Ai nostri dipendenti vengono forniti quotidianamente mascherine FFP2, guanti e gel igienizzanti e di recente anche tute monouso per evitare che ci siano contatti negli spogliatoi

LE AZIONI – «Siamo riusciti a coprire la retribuzione per quanto concerne i lavoratori fragili, che sono tra le 15 e le 20 unità, consentendo loro di rimanere a casa da marzo a maggio e probabilmente fino a dicembre. -aggiunge il sindacalista- Sono stati rimodulati i locali mensa e la tipologia di diffusione dei pasti, che prevede l’igienizzazione tra un pasto e l’altro. Ancor prima del lockdown abbiamo istituito un’unità di crisi all’interno dell’azienda, realizzato test sierologici e tamponi che ci hanno permesso di condurre continui monitoraggi e attività di sensibilizzazione nei confronti dei dipendenti che oggi continuano a lavorare in massima sicurezza con distanziamenti e dispositivi di protezione individuale. La nostra attività procede in contatto con l’Asl Napoli 2 rappresentata dalla dottoressa Rosa Alfieri e con il comune di Pozzuoli.»