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POZZUOLI/ Sette arresti a Monterusciello: una cucina e uno scantinato le “basi” degli strozzini

POZZUOLI/ Sette arresti a Monterusciello: una cucina e uno scantinato le “basi” degli strozzini
  • Pubblicato14 Dicembre 2013

di Gennaro Del Giudice

Uno degli arrestati portati via dai "600 alloggi"

POZZUOLI – Una cucina e uno scantinato: erano queste le “basi” dei sette strozzini arrestati ieri dai Carabinieri nel quartiere di Monterusciello. Entrambi in via De Chirico, nella zona popolare dei “600 alloggi”, erano i luoghi dove le vittime si recavano per consegnare la rata mensile o chiedere i prestiti. Come raccontato da una vittima, gli incontri avvenivano nella cucina di Attilia Iovine detta “Lia” e moglie di Gennaro Cuordifede e nella palazzina di fronte, all’interno di un’abitazione ricavata in un sottoscala e coperta all’esterno da un grosso telone blu dove vive Purificata Avallone (detta “Nunzia”). «Tutte le volte che mi sono andata a casa sua mi sono sempre accomodata in cucina – racconta di Lia una casalinga che per 3 anni ha chiesto soldi “per poter dare da mangiare alla famiglia” – Gli incontri avvengono sempre nella sua abitazione».

 

Purificata Avallone

LA “DURA” – Viene descritta come una “dura” invece Purificata Avallone, definita da una vittima una “capo banda” insieme a Lia  «E’ necessario spiegarvi gli equilibri tra questi due usurai. Nunziata in realtà è molto temuta ai seicento alloggi, in quanto ha il polso fermo e sa farsi valere. Per farvi comprendere meglio la sua personalità, in passato è avvenuto che qualche “cliente ” non ha onorato il proprio debito e questo ha provocato l’ira di tale Nunzia che si è portata sotto l’abitazione della vittima facendosi sentire da tutto il palazzo. Pertanto la stessa Lia Cuordifede, avendo un carattere decisamente docile, si avvale di Nunziata per la concessione di ulteriori prestiti a tassi usurari».

 

LE PERQUISIZIONI – E proprio nella casa di Cuordifede-Iovine che i carabinieri durante una perquisizione trovarono notevoli somme di denaro, corredate da alcuni appunti riportanti nomi, date e importi per un totale complessivo di 21mila 880 euro, diversi titoli postali per un importo complessivo di 9.500 euro e due libretti postali di risparmio di cui uno intestato a Francesca e l’altro alla madre Attilia per un importo complessivo di 8.278,94 euro tutto sottoposto a sequestro. In particolare, – secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP di Napoli – nella stanza da letto dei coniugi Gennaro e Attilia gli inquirenti trovarono un borsello di colore beige a scacchi con all’interno, un portadocumenti contenente la somma di 1.550 euro e un foglietto con appuntato “1650”. Mentre nella stanza da letto di Francesco e Gennaro, all’interno dell’armadio, gli investigatori venivano rinvenuti ben 14.400 euro rinvenuta una busta in cellophane con 2 mazzette di soldi di 5mila euro e una da 4400 euro.