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POZZUOLI/ «Nessun bambino rifiutato» La replica della dirigente scolastica

POZZUOLI/ «Nessun bambino rifiutato» La replica della dirigente scolastica
  • Pubblicato4 Marzo 2016
L'istituto "Annecchino-Rodari"
L’istituto “Annecchino-Rodari”

POZZUOLI – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di rettifica/replic da parte del dirigente scolastico Stefania Manuela Putzu all’articolo pubblicato su Cronaca Flegrea il 26 febbraio scorso. Nel riportare il racconto dei fatti da parte dei genitori di un piccolo studente puteolano avevamo auspicato una replica da parte dell’Istituto IC3 Annecchino-Rodari. Replica/ rettifica giunta attraverso email alla nostra redazione e che riportiamo integralmente di seguito nel pieno rispetto del diritto di replica secondo l’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948.

Stefania Putzu
Il dirigente scolastico Stefania Putzu

LA REPLICA/RETTIFICA – Il 26 febbraio è stato pubblicato su questo giornale un articolo, gravemente lesivo e diffamatorio, relativo al mio operato che riporta la ricostruzione dei fatti di una sola parte in causa, senza neanche provare a sentire la controparte per verificare la veridicità ed esattezza degli stessi. Mi trovo costretta a presentare la presente rettifica per tutelare la mia dignità personale e professionale e l’immagine della scuola da me diretta. Una scuola che è nota sul territorio per essere una scuola inclusiva, accogliente, che lavora quotidianamente per garantire il diritto allo studio di tutti gli alunni, in difficoltà e non. Una scuola attiva nel campo dell’integrazione scolastica, con progetti all’avanguardia, come è dimostrato dagli attestati di stima che quotidianamente riceviamo anche dalle famiglie di alunni con qualche difficoltà di varia natura e dall’efficace lavoro di sinergia che in qualità di dirigente scolastico svolgo in prima persona con le strutture socio-sanitarie del territorio. A riprova di ciò il fatto che attualmente frequentano l’istituto circa quaranta alunni diversamente abili, alunni seguiti dai servizi sociali per varie problematiche familiari, alunni con genitori detenuti, alunni stranieri, alunni che seguono anche l’istruzione domiciliare. Solo nelle future classi prime, interessate ai fatti specifici, risultano iscritti nella scuola primaria Rodari cinque bambini diversamente abili per i quali la scuola si adopera con professionalità e serietà, promuovendone la piena integrazione grazie agli strumenti previsti dalla legislazione in materia e al lavoro quotidiano di tutti gli operatori scolastici. Senza voler entrare nello specifico dei fatti che saranno eventualmente chiariti in altre sedi non pubbliche per garantire la privacy di tutti i minori interessati, chiarisco prima di tutto che nessun alunno in difficoltà è mai stato “rifiutato” dalla scuola che dirigo “perché
ritenuto vivace e aggressivo”, contrariamente a quanto il giornale afferma a grandi lettere
nel titolo dell’articolo. Premetto che è mio dovere deontologico cercare di formare delle classi equilibrate, sulla base di criteri formulati dal collegio dei docenti come prevede la norma, evitando per quanto possibile e preventivabile la presenza di più alunni con problematiche incompatibili, soprattutto in caso di classi numerose. Ciò con l’unico obiettivo di garantire a tutti gli alunni di seguire un percorso scolastico quinquennale sereno, proficuo e personalizzato. L’interesse per ogni singolo nostro alunno e la serietà che ha sempre contraddistinto il lavoro mio e delle insegnanti della scuola Rodari ci portano, durante la fase delle iscrizioni alle prime classi, ad incontrare le famiglie sia nel corso di riunioni collettive che di incontri individuali, per cercare di comprendere le esigenze dei singoli alunni, fornire dei consigli di natura didattica dettati dalla nostra competenza, professionalità ed esperienza,
comunicare le procedure che la scuola mette in campo qualora emergano problematiche
di qualsiasi tipo, anche con la collaborazione dei servizi territoriali, se necessario.
Questo è ciò che è stato fatto anche in questo caso, dopo che la madre del piccolo in una
riunione pubblica e davanti a tutti i presenti, aveva rappresentato dei dubbi in merito alla
tipologia di tempo scuola da far frequentare al figlio, chiedendo se fosse possibile
scegliere la classe a tempo pieno funzionante a 40 ore settimanali, salvo poi cambiare
tempo scuola qualora il proprio figlio non ce l’avesse fatta a stare in classe per tutte quelle
ore e avesse manifestato stanchezza; ciò anche in considerazione, a suo dire, della
differenza tra scuola dell’infanzia e scuola primaria. Mai nel corso del colloquio avvenuto con i signori Procolo e Daniela, né con alcun altro genitore, ho parlato di rifiuto dell’iscrizione del bambino, ma solo di scelta di una tipologia di tempo scuola piuttosto che di un’altra. Ciò a riprova che non si intendeva in alcun modo discriminare un bambino perché ritenuto vivace, come affermato dai genitori, perché se la volontà fosse realmente stata quella di non accogliere l’alunno, la tipologia di tempo scuola sarebbe stata totalmente irrilevante.
Ribadendo che non esiste alcuna domanda di iscrizione alla scuola presentata da parte
dei signori, né tantomeno un mio rifiuto della stessa, occorre sottolineare che se i genitori
avessero davvero voluto far valere il diritto di iscrivere il loro bambino alla scuola Rodari,
che a loro dire io avrei negato, invece che produrre una sterile strumentalizzazione
mediatica l’avrebbero potuto liberamente fare, atteso che fino al 22 febbraio era aperta
l’area iscrizioni online messa a disposizione dal Ministero alle famiglie.
Nell’area in parola qualsiasi genitore di bimbi in età scolare, liberamente, autonomamente
e on line, poteva registrarsi, compilare il modulo di iscrizione, scegliere qualunque scuola
pubblica sul territorio nazionale e qualsiasi tipologia oraria, senza che alcun dirigente
scolastico potesse in alcun modo impedire l’accettazione della domanda che veniva
direttamente protocollata e archiviata nel sistema. La norma prevede che una scuola, in
caso di eccedenza di iscrizioni, possa stabilire dei criteri di accoglimento delle domande,
criteri che devono essere deliberati del Consiglio di istituto precedentemente alla fase
delle iscrizioni e resi pubblici. Nel caso della scuola da me diretta non abbiamo stabilito
alcun criterio in quanto accogliamo sempre tutti i bambini che presentano l’iscrizione. Le
porte della nostra scuola sono sempre state aperte a tutti e sempre lo saranno,
ovviamente anche ai signori Procolo e Daniela. Io, da parte mia, ho dato mandato al mio legale di verificare se da quanto accaduto si ravvisano estremi di reato. Mi riservo, inoltre, in assenza di completa e soddisfacente rettifica e divulgazione dell’errore e delle scuse anche sulla pagina della vostra testata nei social network, nonchè di cancellazione di tutti i commenti offensivi e diffamatori fatti sulla vostra pagina tramite profili Facebook, di agire nelle opportune sedi contro tutti coloro che, senza conoscere e verificare i fatti, hanno leso la mia immagine pubblica e privata.