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POZZUOLI/ I residenti contro l’impianto di riciclaggio: “E’ rumoroso, non dovrebbe essere lì”

POZZUOLI/ I residenti contro l’impianto di riciclaggio: “E’ rumoroso, non dovrebbe essere lì”
  • Pubblicato7 Novembre 2018

POZZUOLI – Cattivi odori e soprattutto rumori insopportabili fin dalle prime ore del giorno del giorno. A denunciare una situazione che si trascina da anni sono le non poche famiglie che abitano negli stabili compresi tra via Luciano e via Fascione.

L’ESPOSTO IN PROCURA – A pochi metri di distanza dai loro balconi c’è l’impianto di riciclaggio di rifiut di un’azienda del gruppo Trincone. E’ da qui, secondo quanto raccontano i residenti della zona, che arrivano i fastidi contro i quali non sanno più cosa fare. Di esposti e segnalazioni, infatti, ne sono stati prodotti già molti. Uno dei primi atti è addirittura datato 2008, inviato alla Procura di Napoli, al ministero dell’Ambiente, all’Arpac, all’Asl ed altri enti e istituzioni. Nel documento i residenti lamentavano una presunta collocazione della struttura in una zona residenziale «di alto pregio paesistico non idonea ad ospitare impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi e non». Inoltre, veniva fatto riferimento al decreto Ronchi del 1997, laddove si evidenziava che i rifiuti dovessero essere lavorati «senza causare inconvenienti da rumori o odori». Lungo e dettagliato l’esposto oramai risalente ad oltre 10 anni fa e controfirmato da una ventina di persone.

I CONTROLLI FONOMETRICI – Eppure, a controllare lo stabilimento sono stati anche i carabinieri del Noe assieme al personale tecnico dell’Arpac. Era il 27 novembre del 2014 quando i militari verbalizzarono che, a seguito del sopralluogo nei pressi dell’impianto e precisamente a via Fascione, dai rilievi fonometrici non si riscontrava «rumorosità significativa». Diverso, invece, il risultato di un successivo controllo, questa volta di notte. Il 12 febbraio del 2015 veniva rilevato un «superamento dei limiti previsti». Questo ciò che risulta agli atti. La battaglia dei residenti della zona è poi continuata con ulteriori solleciti e richieste di approfondimento. Nonostante ciò, le lamentele sono le stesse degli anni passati.

I RESIDENTI – «Abitiamo in case costruite negli anni ’60 e ’70, quando quell’impianto non c’era – spiega Raffaele Pisano, uno dei residenti – D’estate dobbiamo sopportare i cattivi odori, ma tutto il resto dell’anno ci toccano i rumori che provengono dall’impianto. Secondo noi quell’impianto non dovrebbe essere lì, o quanto meno dovrebbe essere al chiuso».

LA REPLICA – Sulla questione ha risposto il “patron” dell’azienda, Procolo Trincone: «Siamo perfettamente in regola con l’intera normativa in materia e riceviamo spesso controlli da parte dell’Arpac, a seguito dei quali non risulta nulla di anomalo. Sono stati installati anche dei pannelli fonoassorbenti e la rumorosità è addirittura al di sotto della soglia massima: 50 decibel sui 65 consentiti. Nel 2020 ci sarà anche una delocalizzazione dell’impianto nell’ex macello, e sarà al coperto».