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POZZUOLI/ Associazione antiracket contro i parcheggiatori abusivi: “Sono degli estorsori”

POZZUOLI/ Associazione antiracket contro i parcheggiatori abusivi: “Sono degli estorsori”
  • Pubblicato7 Settembre 2018

POZZUOLI – Un fenomeno che non conosce crisi, dal centro storico di Napoli all’hinterland, e che vede Pozzuoli tra le sue “capitali”. E’ quello dei parcheggiatori abusivi, considerati alla stregua di estorsori e contro i quali è già partita una campagna per chiedere provvedimenti più duri nei loro confronti.

L’ADESIONE ALLA CAMPAGNA – Ad aderire anche l’associazione antiracket Sos Impresa, il cui presidente Luigi Cuomo è della stessa idea: un abusivo della sosta è molto simile ad un estorsore, e spesso dietro c’è la camorra. «L’Associazione antiracket Sos Impresa – Rete per la legalità aderisce alla campagna “Io non ti pago!” promossa, tra gli altri, dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e da Radio Marte, e che vede già molte e autorevoli adesioni. A Napoli, e in molta parte del suo hinterland, l’attività dei parcheggiatori abusivi è molto simile a quella degli estorsori. Con modalità del tutto simili rispetto a chi pratica l’estorsione, infatti, molti “autoproclamatosi guardamacchine” (abusivi) si avvalgono talvolta di minacce, intimidazioni e violenza per costringere gli automobilisti a pagare una illegittima cifra, che varia a seconda dei casi, e che gli permette di procurarsi, in tal modo, un ingiusto profitto a danno altrui».

GLI AFFARI DELLA CAMORRA – Il presidente dell’associazione che da anni si occupa anche della difesa delle vittime della criminalità organizzata, poi aggiunge: «Come nei casi di estorsione, anche nei casi di parcheggio abusivo le vittime preferiscono, nella maggior parte dei casi, subire l’estorsione per timore di più gravi conseguenze o, semplicemente, per convenienza. Spesso, le inchieste giudiziarie hanno svelato come dietro questo odioso fenomeno si nascondano vere e proprie strutture legate alle famiglie della camorra». Infine, Luigi Cuomo ricorda come ci siano strumenti repressivi utilizzabili praticamente da tutti, come l’app You Pol che recentemente ha permesso di individuare due abusivi nel quartiere di Fuorigrotta.