Close
Cronaca Notizie flash Primo Piano

POZZUOLI/ Arrestato “Tommy watch”, ricettava oro rubato da un’altra gioielleria

POZZUOLI/ Arrestato “Tommy watch”, ricettava oro rubato da un’altra gioielleria
  • Pubblicato13 Maggio 2015

di Alessandro Napolitano

DONNARUMMA Tommaso
Tommaso Donnarumma detto “Tommy Watch”

DONNARUMMA TommasoPOZZUOLI – E’ Tommaso Donnarumma, 44 anni, il gioielliere finito agli arresti domiciliari con l’accusa di essere il ricettatore della banda di rapinatori sgominata dai carabinieri all’alba. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord, Stefano Risolo, ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare. Nel contesto sono state raggiunte dallo stesso provvedimento altre sei persone, accusate a vario titolo di rapina aggravata, porto e detenzione illegali di armi e ricettazione. Destinatari della misura cautelare in carcere sono i fratelli Fabio e Tommaso Frascogna, Antonio Miraglia, Fabio Vincenzo Poziello e Giuliano Tesone. Ai domiciliari, oltre a Tommaso Donnarumma, è finito Umberto Garofalo.

250MILA EURO DI ORO – L’accusa di ricettazione è proprio quella piovuta sulla testa del negoziante di Arco Felice, già noto alle cronache per essere finito in altre inchieste, alcune anche collegate al clan Longobardi-Beneduce. Dai più conosciuto come Tommy Watch, Donnarumma avrebbe ricettato merce rapinata dalla banda nel corso di un colpo messo a segno a Giugliano ai danni di un’altra gioielleria, il 29 marzo del 2014. Sarebbe di circa 250mila euro il valore della merce che, secondo i magistrati, sarebbe stata trafugata dai rapinatori. A suffragare l’ipotesi accusatoria nei confronti di Tommy Watch diverse intercettazioni telefoniche tra il gioielliere ed uno degli indagati arrestati dai militari. Richieste di incontri, linguaggio criptico, tutto per cercare di nascondere l’attività di ricettatore. Nel corso delle indagini, poi, sono emerse anche alcune controversie riguardanti la spartizione dei proventi della rapina tra i componenti della banda.

LE INTERCETTAZIONI – Ed anche in questo contesto la figura di Tommaso Donnarumma sarebbe emersa più volte in numerose altre intercettazioni. Dalle quali si evinceva che in più occasioni il gioielliere avrebbe sottolineato di aver regolato tutto e di non volerne sapere più nulla. Al termine dell’esame delle numerosissime telefonate intercorse tra Donnarumma ed alcune delle persone coinvolte nell’inchiesta, chi ha indagato non ha dubbi: «discussero sicuramente in merito alla spartizione dei proventi della refurtiva della gioielleria di Giugliano. Era chiaro che Donnarumma Tommaso aveva ricevuto la refurtiva della citata gioielleria». A peggiorare la posizione di Tommy Watch, inoltre, anche le dichiarazioni di una donna, anch’essa indagata per rapina, la quale non solo avrebbe riconosciuto il gioielliere da una fotografia mostratale dai carabinieri, ma che ha anche raccontato di averlo incontrato assieme ad altri dopo un colpo.

LA FOTO DELLE COLLANE – Come anticipo sulla merce ricettata, ai rapinatori sarebbero andati 4mila euro spartiti sul posto e cioè in una località di campagna. Significativa, a sostegno dell’accusa di ricettazione nei confronti di Donnarumma, sarebbe una telefonata tra il negoziante di Arco Felice ed uno degli indagati. Durante la quale, quest’ultimo, avrebbe inviato all’interlocutore la foto di alcune collane. E per ingannare eventuali occhi ed orecchie indiscrete, avrebbe finto di chiedere informazioni circa della merce che il gioielliere aveva nel suo negozio, quindi ribaltando la realtà delle cose: «Senti io ora ti mando una foto[…]su whatsapp[…]sono due collane, sono due collane della Rolex[…]mi fai sapere il prezzo? Se mi tratti bene li vengo ha prendere domani».