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POZZUOLI/ Ancora blackout, una parte della città è al buio

POZZUOLI/ Ancora blackout, una parte della città è al buio
  • Pubblicato10 Gennaio 2013
Il lungomare Pertini al buio .. foto di repertorio

POZZUOLI – Ancora problemi di illuminazione pubblica a Pozzuoli. Questa sera a restare al buio sono via Toiano nell’omonimo quartiere e parte del Rione Solfatara. Un fenomeno che si protrae da due mesi con una parte della città che sistematicamente resta al buio. Il caso più eclatante è stato il Parco Bognar che per 10 giorni ha dovuto fare i conti con il blackout dell’illuminazione pubblica. Difficile ipotizzare cosa ci sia alla base dei continui “oscuramenti” che colpiscono a macchia di leopardo la città. In particolare, ci sono zone come i rioni Toiano e Solfatara più “sensibili” al fenomeno, ormai finiti nella potenziale top ten dei luoghi ormai al buoi. Intanto, inutili risultano i continui reclami e le continue segnalazioni che i puteolani fanno alla Gemmo, l’azienda che gestisce il servizio di illuminazione pubblica a Pozzuoli.

IL CENTRO STORICO – Ai blackout dell’illuminazione pubblica non si sottrae nemmeno il centro storico che molto spesso vede via Roma e via Fasano buio nelle ore notturne. Tunnel Tranvai è un’altra piccola porzione di città che spesso “non vede la luce” così come anche il lungomare Sandro Pertini.

LA CONTRADDIZIONE – Diversamente alla notte capita che spesso le luci siano inutilmente accese di giotno. Un paradosso che suona di beffa specie con chi troppo spesso si trova a combattere con l’insicurezza che l’oscurità notturna e serale comporta. Uno strano fenomeno questo che spesso si nota nelle due villette nei pressi del Tempio di Serapide e del Commissariato di Polizia.

LA GEMMO – L’illuminazione pubblica non è diretta competenza del Comune di Pozzuoli. Difatti il servizio è appaltato alla “Gemmo” società privata con sede nel Lazio, che da diversi anni gestisce il servizio su tutto il territorio puteolano e in  altre città italiane con il comune di Pozzuoli che si limita a pagare un canone per il servizio. Quindi i consumi “straordinari” dell’illuminazione diurna non gravano sulle casse del Comune, ma comunque l’Ente si trova a pagare un canone per un servizio che da sempre risulta fallace.

ANGELO GRECO