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Pozzuoli

Mare libero a Pozzuoli, prosegue la battaglia: «Ci siamo ripresi la battigia, ora restituiteci le nostre spiagge»

Mare libero a Pozzuoli, prosegue la battaglia: «Ci siamo ripresi la battigia, ora restituiteci le nostre spiagge»
  • Pubblicato19 Luglio 2023

POZZUOLI – L’Italia è il paese delle spiagge: su oltre 8.000 chilometri di costa, 4.700 sono costituiti da costa naturale bassa, per lo più spiagge sabbiose, spesso collocate in splendide cornici naturali. Su di esse, però, è via via cresciuta l’industria balneare: le concessioni demaniali a scopo turistico-ricreativo, stabilimenti, lidi o bagni a seconda della regione, sono passate da 10.812 nel 2018 a 12.166 nel 2021 con un aumento del 12,5 percento in soli tre anni. Un giro d’affari di 10 miliardi di euro a fronte di canoni pagati allo Stato per soli 100 milioni. Risultato: più del 50 percento delle spiagge fruibili della penisola, quelle più belle e più facilmente accessibili, sono occupate dalle strutture delle concessioni, a volte con piscine, ristoranti, impianti termali e centinaia di cabine, contribuendo tra l’altro al dissesto ambientale e paesaggistico. Le spiagge libere in molte regioni e nelle località più famose sono sempre meno, spesso situate in aree degradate o difficilmente fruibili, o addirittura assenti. Lo denuncia il Coordinamento nazionale Mare Libero, che anche nella città di Pozzuoli porta avanti la sua battaglia:  «Ci siamo ripresi la battigia, ora restituiteci le nostre spiagge. Il 14 luglio 2023, la presa della battigia, è una data importante. A Pozzuoli e a Napoli, come in altre dieci città d’Italia la rivendicazione dei cittadini per veder garantito il diritto ad andare liberamente e gratuitamente al mare, un mare senza scarichi e una spiaggia senza cancelli, prosegue inarrestabile e segna le prime vittorie. A Pozzuoli sono stati rimossi alcuni cancelli ma non è abbastanza; bisogna proseguire ed andare a verificare tutti gli abusi che ancora ci sono e che abbiamo documentato lungo il litorale di Lucrino e consegneremo nelle mani delle autorità preposte», tuona il Coordinamento Flegreo Mare Libero che punta l’indice contro le famigerate pedane che ‘mangiano’ la battigia; le colate di cemento che tagliano la linea di costa impedendo di passeggiare e l’assenza di servizi igienici.
LA RICHIESTA – «Vogliamo che le spiagge libere, curate e controllate dal Comune al pari delle strade, siano di più di quelle in concessione come dice il Codice della navigazione secondo cui la concessione deve essere l’eccezione e la regola è la spiaggia libera. È ridicolo vedere centinaia di metri di spiagge con un esercito di lettini semi vuoti e piccole spiagge libere in cui chi non vuole o non può pagare deve stare l’uno addosso all’altro. I clienti stessi dei lidi hanno applaudito alla nostra iniziativa – incalza il Coordinamento flegreo –  I balneari se ne facciano una ragione: non si può fare impresa sulla spiaggia come in un luogo privato; occorre rispettare la natura di bene comune e ambientale della spiaggia e non ostacolare in alcun modo la libera fruizione L’onda del mare libero non si può fermare: la Legge italiana, la normativa europea e la Costituzione sono dalla parte dei cittadini».