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«Lascio Pozzuoli e l’Italia. La nuova riforma scolastica non dà spazio a noi giovani»

«Lascio Pozzuoli e l’Italia. La nuova riforma scolastica non dà spazio a noi giovani»
  • Pubblicato23 Ottobre 2017

POZZUOLI – Si chiama Claudia Accarino, ha 29 anni e da settembre ha lasciato Pozzuoli e l’Italia per trasferirsi in Spagna, nella città di Saragozza. Claudia è laureata in lettere moderne e specializzata in Filologia moderna, vorrebbe insegnare ma il lungo e tortuoso iter derivante dalla nuova riforma scolastica l’ha spinta ad emigrare. Nonostante anni di sacrifici tra studi e lavoro precario, ha deciso di trasferirsi nella penisola iberica alla ricerca di un futuro migliore. Di seguito riportiamo la sua lettera in un cui emerge tutta la delusione di una giovane che non è riuscita ad ottenere dal proprio paese ciò che tanto desiderava.

LA LETTERA Cara Italia, Caro governo, Cari Italiani. Questa lettera vuole essere solo lo “sfogo” di una giovane in più, che è stata costretta a lasciare la sua terra per avere un futuro. Mi trovo in uno di quei momenti cruciali della vita dove sei davanti ad un bivio e a seconda della strada che imbocchi la tua vita cambierà per sempre. Italia o Spagna. Sono laureata in lettere moderne e specializzata in Filologia moderna, ho sudato per ottenere questo titolo; ho passato notti insonni per portar a termine esami enormi come macigni, ho lavorato come cameriera anche 5 giorni su 7 o 48 ore continue per poter pagare i miei studi e le mie esperienze all’estero. E ora per poter raccogliere i frutti del mio duro lavoro ho dovuto fare di nuovo le valige, però questa volta senza sapere quando e se ritornerò.

E la cosa mi fa soffrire, mi fa arrabbiare, perché non è giusto. Ma quando voi politici elaborate una riforma pensate ai vostri figli? O solo ai soldi che potete intascare? Perché una formazione migliore di quella Italiana non l’ho travata in nessun’altra Università Europea; però l’Italia cosa ci chiede, studiate di più ma senza vedere l’ombra di un centesimo, continuate a sguazzare nel precariato, perché l’unico senso di questa formazione, poco pratica aggiungerei, è solo quella di riempire le tasche di qualcuno che le tasche ce l’ha già piene. E forse quando avrete perso le vostre più grandi energie e forze creative potrete diventare insegnanti, quando la motivazione e la passione, ormai esausta da anni di lotta per la sopravvivenza, non si preoccuperà più tanto di appassionare giovani menti (come puoi appassionare se hai dimenticato il perché tu abbia scelto un cammino tanto tortuoso!) ma si rallegrerà di avere uno stipendio “decente” a fine mese! Allora per quanto mi faccia soffrire non poter vedere i miei genitori invecchiare, la mia sorellina sposarsi, godere delle piccole gioie quotidiane con i tuoi amici di sempre, vivere nella mia amata “Napoli”, faccio le valige per un paese, forse non tanto diverse dall’Italia, ma almeno più semplice.

Qui basta un Master de Profesorado, e dopo posso accedere a qualsiasi classe di concorso. Avete capito bene, “qualsiasi”! In Italia con la nuova riforma, la tua laurea in teoria ti permette di accedere a tre classi di concorso ma ne devi scegliere una! Per non parlare del fatto che pagare 500 euro (sempre se ti rivolgi ad una università pubblica, perché già se contatti un’ Università privata che ti faciliti per una volta il cammino le cifre salgono!) per 24 CFU che ovviamente non ti garantiscono il superamento del FIT, e se non lo superi altri due anni e più di precariato e di certo la cosa non cambia se lo superi: il primo anno sottopagato, il secondo e il terzo, forse riesci a vedere qualcosa di decente e dopo devi pregare che qualcuna dica che vai bene se no sei punto e da capo; più che una riforma scolastica mi sembra la strada verso un labirinto più aggrovigliato di quello di Minosse. Ma la mia domanda sorge spontanea. Non siamo in Europa? Perché l’Italia ha i professori più vecchi di tutta Europa! In Francia e in Spagna all’Università mi davano lezione professori poco più grandi di me con una preparazione oserei dire al quanto magra rispetto alla mia (però sto parlando sempre di teoria, perché quando ci spostiamo alla pratica l’Italia può collocarsi anche all’ultima posizione delle classifiche.)!

Perché creare una riforma tanto lunga, quando in tutta Europa per insegnare devi solo svolgere un percorso abilitante della durata di un anno? Ormai sono più di due secoli che possiamo vantare lo Status di Nazione, quando l’Italia creerà il suo popolo? Quando i politici smetteranno di pensare solo a se stessi e cominceranno a svolgere il loro lavoro reale, creati dal popolo e per il popolo, quando “noi” Italiani cominceremo a far sentire la nostra voce? Ma io sono una e la vita è una. L’Italia ogni volta che le ho chiesto aiuto mi ha sempre abbandonata! Chiedete a un giovane qualsiasi come vede il suo futuro in Italia e tutti (eccetto chi ha i santi in Paradiso!) Ti risponderanno: “buio e incerto!”. Allora me ne vado, con un macigno nel cuore , perché amo la mia terra, amo la mia città, amo il sole, il mare, il cibo,la gente, adoro la sua storia, la sua cultura, ma l’Italia che amo io non esiste da molto ormai, forse nemmeno io l’ho mai conosciuta. E come dice la mia mamma: “Claudia scappa, perché l’Italia è bella, ma n’abball’!” Con affetto e tanta nostalgia.

Un’emigrata in più!
Claudia Accarino