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Camorra e neomelodici a Pozzuoli «Parte della comunità sottomessa alla presenza criminale»

Camorra e neomelodici a Pozzuoli «Parte della comunità sottomessa alla presenza criminale»
  • Pubblicato19 Luglio 2020
Silvio De Luca insieme ad Anthony

POZZUOLI – Rapporti tra camorristi e cantanti neomelodici a Pozzuoli. Il fenomeno è al centro dell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, con riferimento alla festa per la scarcerazione di Silvio De Luca alias “o nanetto” e Giovanni Illiano detto “fasulillo”, due affiliati ai clan Longobardi e Beneduce. In quell’occasione fuochi d’artificio e l’esibizione del neomelodico Anthony accompagnarono la serata andata in scena nei “600 alloggi” di Monterusciello, teatro pochi mesi dopo di un’altra analoga festa per la scarcerazione di Gennaro Cammino, nipote del boss Gennaro Longobardi. Due episodi che fecero riversare numerose persone in strada in segno di “sottomissione alla presenza criminale”.

Giovanni Illiano “fasulillo”

LA SOTTOMISSIONE –Tale episodio -scrive la DIA- fa emergere ancora una volta quelle ambiguità relazionali che da alcuni decenni intercorrono tra la criminalità organizzata e il genere cosidetto neomelodico, troppo spesso (e non solo in territorio campano) facile cassa di risonanza dei disvalori sociali tipici della camorra, dove la musica diventa un potente strumento di comunicazione che accompagna l’omaggio reverenziale al boss detenuto o appena tornato in libertà o al latitante. Una sorta di applicazione, in chiave moderna, della locuzione latina panem et circenses: è l’evidente e inconfutabile dimostrazione che parte della comunità risulta sottomessa alla presenza criminale in particolare verso soggetti che, seppur detenuti (anche da lunghi anni ed in regime differenziato) detengono ancora saldamente potere all’esterno, esteriorizzato con strategie demagogiche.”

da sinistra: Fabio Cerrone e Marco Izzo

I CLAN – Quanto all’attività dei clan, secondo la DIA i Longobardi e Beneduce sarebbero attivi “attraverso l’azione di alcuni esponenti di spicco che continuano a gestire le attività illecite nel territorio, con tentativi di riorganizzazione promossi da nuove leve” nonostante gli arresti e le condanne, come le recenti arrivate dal processo “Iron Men”. Il riferimento in questo caso è al 3 dicembre del 2019 e all’ordinanza di custodia cautelare che portò in carcere Marco Izzo, 31enne pregiudicato di Licola Mare legato al clan dei fratelli Ferro; Fabio Cerrone, 34enne nipote del boss di Quarto Salvatore Cerrone; ed Enrico Gennaro Iovine, 29enne di Quarto: i tre per nome e per conto del cartello “Longobardi-Beneduce” tentarono estorsioni ai danni di una sala giochi e al mercato ortofrutticolo di Pozzuoli.