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BACOLI/ Centro Ittico, Perreca sfida Sindaco e Liquidatore: «Vediamoci in piazza»

BACOLI/ Centro Ittico, Perreca sfida Sindaco e Liquidatore: «Vediamoci in piazza»
  • Pubblicato25 Maggio 2016
Il Centro Ittico Campano
Il Centro Ittico Campano

BACOLI – Un confronto pubblico che, a suon di “carte”, dia ragione o torto al contenuto della denuncia protocollata in seno al Municipio di via Lungolago dall’avvocato Giacomo Perreca. E’ questo l’ultimo guanto di sfida lanciato dal padre del capogruppo di “Bacoli Libera” al sindaco Josi Della Ragione e al Liquidatore Unico del Centro Ittico Campano, Domenico Oriani, deciso ad andare fino in fondo su questa faccenda. Una vicenda, quella che vede coinvolta la società interamente partecipata del Comune di Bacoli che si carica ancora una volta di tensione e su cui incombono più ombre che luci. Intanto, il primo passo, pare sia stato compiuto: il 12 maggio scorso è stato infatti notificato al Comune dall’ex presidente Oriani, il tanto atteso Piano di Liquidazione del Cic. «Debbo rivendicare che la mia ultima lettera notificata al Sindaco il 24 aprile scorso ha prodotto immediatamente i suoi effetti». E’ il commento “a caldo” dell’avvocato Perreca, il quale, impugnata la penna, ha deciso di scrivere nuovamente al Primo Cittadino ed al commissario liquidatore, invitandoli «a revocare le comunicazioni diffuse» nei suoi confronti. In caso contrario, conclude nella lettera, «dovrò chiedere soddisfazione alla competente Autorità Giudiziaria».

avv perreca
L’avvocato Giacomo Perreca

IL PRECEDENTE – A portare alla ribalta delle cronache lo “stato di salute” in cui versa la società è stato proprio il padre dell’ex “fedelissimo” di Freebacoli, lanciando, poco meno di un mese fa, un vero e proprio aut-aut al sindaco Josi Gerardo Della Ragione: o la revoca della delega alle Società Partecipate ad Alessandro Parisi e della nomina di Domenico Oriani a Liquidatore Unico della società, oppure una denuncia all’autorità giudiziaria. Questo perché, secondo l’avvocato Perreca, Oriani «per incapacità ad amministrare, ha contribuito fortemente al dissesto della società con l’attuale grave indebitamento e sfascio gestionale che ha costretto il Comune a prendere l’iniziativa di procedere allo scioglimento e messa in liquidazione del Cic». Documenti alla mano, Perreca passa in rassegna quelle che a suo dire sarebbero le “colpevolezze” e le mancanze dell’ex Presidente, “reo” di aver portato «allo sfascio» la società.

oriani
Il liquidatore Domenico Oriani

LA RISPOSTA DI ORIANI – «Infantili e maldestri tentativi di “mettere le mani” sulla liquidazione della Società», nonché «uno squallido repertorio di false e strumentali rappresentazioni di fatti e vicende accadute, il tutto accompagnato da apprezzamenti “ad personam” gratuiti ed offensivi per i quali, pur sussistendo gli estremi per querelare l’autore del libello, non si è ritenuto di procedere in tal senso per la patetica pochezza dell’interlocutore». Con queste parole Domenico Oriani respingeva le accuse dell’avvocato Perreca una settimana dopo la pubblicazione sul nostro giornale.

Il sindaco Josi Della Ragione
Il sindaco Josi Della Ragione

LA LETTERA – L’odissea oggi continua con una replica del padre del consigliere Dario Perreca, il quale rimarca, ancora una volta, la sua posizione in merito all’intricata faccenda rigettando ogni accusa mossa nei suoi confronti, velatamente e pubblicamente. Riportiamo, di seguito, il testo integrale della lettera scritta dall’avvocato Perreca ed indirizzata al Primo Cittadino e all’ex presidente del Cic:

ACCUSE AFFIDATE AL VENTO” – «L’avv. Giacomo Perreca, con studio in Bacoli (Na) alla Via A. De Curtis n. 55, nella qualità di libero e pensante cittadino del Comune di Bacoli, ritiene di dovere replicare alle ingiuste ed immotivate contestazioni che entrambi, senza avere il coraggio di fare pubblicamente il mio nome – e così consentirmi di proporre formale querela – avete diffuso alla presenza di centinaia di miei concittadini o con l’ausilio di strumenti mediatici. Innanzi tutto, mi corre l’obbligo di evidenziare che, mentre le mie critiche sono state tutte documentate e di esse mi sono assunto la responsabilità depositandole e protocollandole presso il Comune e la segreteria del Centro Ittico Campano, Voi affidate al vento le accuse che andate propalando, usando metodi oggi in auge anche a livello nazionale, che denotano però l’incapacità di elaborare una teoria che regga nel tempo e superi la contingenza propagandistica».

LE MIE BATTAGLIE ALLA LUCE DEL SOLE” – «Debbo ricordarVi inoltre – e Vi sfido pubblicamente a dimostrare il contrario – che le mie battaglie sono state sempre condotte alla luce del sole, sulla base di dati di fatto, e non hanno mai avuto uno sfondo utilitaristico, diversamente da quelle del Sindaco – che ne guadagna voti – o del liquidatore di una società, che viene pagato dal Comune per fare quel lavoro in sintonia con il Sindaco, che di quella società è socio unico. Nella ormai mia lunga militanza a difesa della toga che mi è stata posta sulle spalle da Maestri ben più autorevoli di Voi, ho operato in ogni sede giurisdizionale a difesa degli interessi di chiunque mi chiedesse di difendere i suoi diritti contro le prevaricazioni di quei poteri forti, che (non soltanto oggi) vanno tanto di moda. E se questo mi ha creato delle inimicizie, la cosa può soltanto farmi onore. E’ indubbio che ciascuno ha la sua storia; ma non sempre il fatto di continuare a vivere per tanti anni in un mondo vicino alla politica è positivo. E, d’altra parte, la recente storia nazionale ha dimostrato che molti ex magistrati hanno usato questa loro storia per fare la scalata a ministeri, presidente o cariche di sindaco: ma sarebbe opportuno che ciascuno mettesse in piazza quella storia. Io lo ho fatto in ogni sede, anche nel Consiglio comunale di Bacoli, ove ho conosciuto le manovre che altri andavano facendo a danno del Centro Ittico Campano: cosa che da un lato mi ha spinto a rinunziare a quella presenza e dall’altro mi ha rafforzato nell’idea (concetto che ben si combina con l’ideale) che si dovesse combattere dall’esterno ogni tentativo di mettere le mani su quel patrimonio comune e di stigmatizzare gli errori – anche quelli fatti forse in buona fede o anche solo per ignavia – che lo potessero danneggiare irreversibilmente».

UN IMPEGNO INIZIATO NEL 1990 – «Per questioni di spazio non elenco tutte le diffide da me predisposte e sottoscritte, a far data dal 1990 ad oggi, relative non soltanto alla questione del Centro Ittico, ma tutte riconducibili alla difesa degli interessi pubblici (acque reflue, rimborsi canoni depurazione, alberi di Aracuaria, antenne Wind, antenne Vodafone su Villa Cerillo, questione del cromoesavalente al Fusaro, delibera di C.C. n. 18 del 2008 a tutela dell’ambiente, etc.); e mi limito a ricordare che molte di queste diffide sono state recepite anche da autorità più obiettive di Voi, come il Commissario Prefettizio del Comune di Bacoli. Ed innanzi tutto Vi invito a prendere atto che i miei interventi hanno sortito sempre degli effetti utili, dapprima fermando lo scempio di bandi di gara preconfezionati, che avrebbero favorito gruppi di pressione non certamente vicini a me – o a persone che condividevano la mia idea – ma forse a coloro che aspettavano di essere messi in grado di realizzare dei progetti industriali che avrebbero danneggiato il Comune, ma li avrebbero gratificati economicamente, consentendo loro di sdebitarsi adeguatamente. Chi conosce la storia di Bacoli, oltre a quella sua personale, sicuramente ne ha memoria. D’altra parte, ad entrambi deve essere noto – per le cariche istituzionali rivestite (oggi o in passato) – che il potere si esercita direttamente, mentre le sollecitazioni, gli inviti, le diffide et similia sono gli unici strumenti che la democrazia offre per dare voce a chi quel potere è costretto a subire, anche se si tratta della maggioranza numerica ma silenziosa, che purtroppo si fa dominare da chi sa usare i blog, i cinguettii o i social, così rendendo la protesta una vox clamantis in deserto».

IL PIANO DI LIQUIDAZIONE – «Ciò premesso, debbo rivendicare che, contrariamente a quanto Voi avete affermato, anche la mia ultima lettera aperta notificata al Sindaco il 26.4.2016 – che conclude con una diffida ad adempiere (che è atto giuridicamente lecito, come non credo sia necessario ricordare ad un ex magistrato) – ha prodotto immediatamente i suoi effetti. Il primo, è che finalmente il dott. Oriani, dopo circa un anno d’inerzia, ha presentato finalmente il “suo piano di liquidazione”, notificato al Comune il 12 maggio 2016: cosa che probabilmente non gli fatto molto piacere, visto che poi vi ha aggiunto un PS (post scriptum) di ben due pagine, dedicate al sottoscritto, evidentemente colpevole di averlo costretto ad attivarsi. Il secondo risultato è che Lei, Sindaco, si è deciso di scaricare il dott. Oriani dalla carica di liquidatore, come ha fatto intendere nella Sua comunicazione del nove maggio u.s. in P.zza Marconi, allorquando ha vibratamente ribadito che l’Assessore Parisi “non si tocca” (imitando così ben altre intangibilità a livello governativo); e ciò nonostante che non soltanto il Centro Ittico, ma anche la Flegrea Lavoro (società partecipate per le quali il dr. Parisi ha la delega), che in particolare si trova in una grave situazione debitoria (un solo soggetto vanta un credito di circa € 250.000,00). Prendo atto, però, che stranamente il piano di liquidazione del CIC è stato pubblicato soltanto dal blog del PD, mentre di esso non vi è traccia sul sito istituzionale del Comune di Bacoli, né sul Suo blog Freebacoli e neppure sulla Sua pagina Facebook, ove invece è in bella vista il “post scriptum” al piano di liquidazione, dedicato al sottoscritto. Mi sorprende che il dott. Oriani, che si sente così offeso dal contenuto della mia diffida, da ex magistrato rinunci a denunciarmi all’Autorità Giudiziaria. Forse perché le Sue accuse, da Lei Sindaco pubblicate, sono completamente infondate e calunniose».

REVOCATE LE COMUNICAZIONI DIFFUSE” – «In ogni caso, alla mia lettera-diffida nessuno ha dato risposta nel merito: forse mancano gli argomenti per farlo! Ritengo di avervi fornito argomenti e motivazioni sufficienti perché Voi rimeditiate il Vostro atteggiamento e provvediate a revocare le comunicazioni diffuse, dando al Vostro ripensamento la medesima diffusione che avete dato alla precedente denigrazione. Ovviamente, qualora non riteniate di farlo – e ne avete libera scelta – dovrò chiedere soddisfazione alla competente Autorità Giudiziaria».