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Turismo culturale: 2017 da record, ma i Campi Flegrei risultano “Non pervenuti”

Turismo culturale: 2017 da record, ma i Campi Flegrei risultano “Non pervenuti”
  • Pubblicato7 Gennaio 2018

CAMPI FLEGREI – «I dati definitivi del 2017 segnano il nuovo record per i musei italiani: superata la soglia dei 50 milioni di visitatori e incassi che sfiorano i 200 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2016 di circa +5 milioni di visitatori e di +20 milioni di euro». Così il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini ha presentato i dati dell’Ufficio statistica del Mibact sui risultati dei musei statali nel 2017. Un successo che secondo il Ministro è diretta conseguenza della Riforma dei Musei da lui varata nel 2014, la cui bontà tuttavia è messa in discussione da numerosi ex-funzionari e accademici, che in sostanza ritengono sbagliata  l’idea di scindere la valorizzazione dalla tutela, premiando la prima e svuotando la seconda.

E’ BOOM IN CAMPANIA – «La Campania – fa notare Franceschini – è ormai stabile al secondo posto della classifica delle regioni più virtuose: la rinascita di Pompei è stata sicuramente da traino ma sono state molto positive anche le altre esperienze delle gestioni autonome dalla Reggia di Caserta, al Museo archeologico Nazionale di Napoli, a Capodimonte, a Paestum. Nel 2017 – conclude Franceschini – tutti i musei hanno registrato significativi tassi di crescita, ma il patrimonio archeologico è stato il più visitato: circa un terzo dei visitatori si sono concentrati tra Pompei, Paestum, Colosseo, Fori, Ostia Antica, Ercolano, l’Appia antica e i grandi musei nazionali come Napoli, Taranto, Venezia e Reggio Calabria e il Museo nazionale romano».

CAMPI FLEGREI “NON PERVENUTI” – Nei dati forniti dal Mibact spicca l’assenza dei siti archeologici dei Campi Flegrei, anche tra i luoghi della cultura tradizionalmente meno visitati.  Vengono enfatizzati gli elevati incrementi di visitatori registrati in siti “minori” e meno integrati nei grandi flussi turistici, ma del patrimonio archeologico flegreo non vi è traccia: Castello di Pandone a Venafro +276% sul 2016, Forte di Santa Tecla a San Remo +178%,  Museo e Parco Archeologico di Gioia del Colle (+122%), Museo Nazionale Archeologico di Altamura (+108%), il Museo Archeologico di Sepino (+98%),  Museo Archeologico di Vulci (+86%), Museo Archeologico di Venosa (+38%), il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno (+35%), Anfiteatro e Mitreo di Santa Maria Capua a Vetere (+30%) solo per fare alcuni esempi.
Una dimenticanza del Ministro o risultati non entusiasmanti per i Campi Flegrei?

PARCO ARCHEOLOGICO – La Riforma Franceschini, nella “seconda fase”, ha investito direttamente anche i Campi Flegrei con l’istituzione del relativo Parco Archeologico, la cui “super direzione” è stata affidata, a Febbraio 2017, alla dottoressa Adele Campanelli. Una nomina accolta con speranza e favore dalla maggior parte della comunità flegrea visto l’ottimo curriculum vantato dalla Campanelli. Vicende giudiziarie e problemi burocratici ne hanno ritardato l’insediamento, avvenuto ufficialmente solo qualche mese fa. Diversi sono i progetti già finanziati, a cui si sta lavorando e su cui si punta molto per la rinascita e valorizzazione dell’inestimabile patrimonio monumentale flegreo, con tutte le conseguenti positive ricadute socio-economiche sul territorio. Tutti si augurano che si faccia presto e che soprattutto si faccia bene.