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Tra comunità e spiritualità: la mostra dedicata alla visita di Giovanni Paolo II a Pozzuoli

Tra comunità e spiritualità: la mostra dedicata alla visita di Giovanni Paolo II a Pozzuoli
  • Pubblicato24 Novembre 2019

POZZUOLI – «Ventinove anni or sono – il 12 novembre del 1990 – Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, è stato a Pozzuoli. La Parrocchia SS.Salvatore, nel giorno della Sua festa, Lo vuole ricordare con le immagini di quando abbracciò e fu abbracciato dalla nostra città. Ringrazio i volontari della Biblioteca “Don Peppino Lannia” per aver organizzato la mostra e l’amministrazione comunale, che ha permesso loro di estrarre copia dei documenti fotografici mirabilmente conservati presso l’Archivio Storico del Polo Culturale “Palazzo Toledo”.» Orgogliose e nette sono le parole del parroco Don Felix Ngolo Mafu Santu, responsabile della parrocchia di SS.Salvatore. La mostra allestita, presso la sala principale della biblioteca comunale, è un progetto mnestico che coinvolge il Comune di Pozzuoli, su iniziativa dell’assessorato alla Cultura, in sinergia con la chiesa sita al Rione Gescal (Sotto il Monte).

LE OPERE – Le immagini presentate nel lungo corridoio sono documenti dall’incredibile simbolismo memoriale, infatti, sono il frutto di generazioni diverse, che si incrociano nell’impatto con la spiritualità religiosa. Le foto sono attimi di eternità e rappresentano l’immane coscienza condivisa dell’evento, che ebbe luogo in territorio flegreo più di vent’anni fa. Papa Giovanni Paolo II è stato uno dei Pontefici più amati del Secolo Breve; inoltre, il suo pontificato fa da spartiacque per una nuova avventura vissuta dall’attuale mondo cristiano. È stato uno dei Capi della Chiesa che ha viaggiato di più tra i fedeli e tale «migrazione voluta» ha rappresentato una svolta epocale. Andare tra le periferie, ascoltare le richieste dei proseliti, coltivare un pensiero mistico comune, condividere i problemi legati all’esistenza quotidiana: sono solo alcune delle motivazioni che spingevano il Santo ad operarsi e a viaggiare.

LA SPIRITUALITÀ – Ciò che colpisce dai reperti esposti sono due fattori: l’eterogeneità della massificazione del processo religioso e il contatto diretto con il Pontefice. Il primo è uno degli aspetti più affascinanti della fenomenologia mistica, ossia: tutti i fedeli sono diversi gli uni dagli altri. Ogni individuo è unico, libero, di varia età, appartenenza, vissuto. Chiunque può avere spirito ecclesiastico, senonché chiunque può avvicinarsi a Dio. Il secondo dato è incredibilmente curioso, benché sia legato alla richiesta bioenergetica di avere un contatto diretto con il Padre Spirituale. Ognuno cerca l’empatia emotiva, uno sguardo, un cenno di assenso, nonostante Papa Giovanni sia in fervido movimento su un’automobile, e scortato dalla sicurezza. Democraticamente è il Padre del gregge e deve abbracciare i devoti, in tal guisa: senza distinzioni.

L’UMANITÀ – Sebbene le foto catalogate hanno un carattere, evidentemente, segnato dalla religiosità, è opportuno osservare le foto con sommessa laicità. Viene in mente la frase di Dostoevskij, che è entrata nell’immaginario: «Voltaire non credeva in Dio, eppure credeva nell’umanità.» Cosa significa? Se un evento ha una chiara carica simbolica, esso va al di là di qualsiasi settorializzazione. La Comunità è la stessa e i confini libertari sono universali. Studiato con scopo anche l’allestimento. Infatti la Biblioteca Comunale puteolana è frequentata da giovani, che hanno, più o meno, gli stessi anni delle fotografie affisse. Chissà se, scrutando qui e là nel Polo Culturale, abbiano prestato attenzione all’esposizione. Bisogna stimolare le nuove generazioni alla curiosità. Qualcosa dovrà pur accadere.