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«Rifiuti tossici seppelliti»: cresce la paura a Pozzuoli

«Rifiuti tossici seppelliti»: cresce la paura a Pozzuoli
  • Pubblicato27 Agosto 2013
Bidoni contenenti rifiuti tossici seppelliti (foto: ecovideoblog.it)

POZZUOLI – Inquietanti da far tremare i polsi. Le parole dell’ ex boss Carmine Schiavone hanno lasciato il segno. Quella breve descrizione sullo sversamento di tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici tra Baia Domitia e Pozzuoli è diventata una  “immagine-macigno” che da giorni aleggia nella mente della gente. In quali punti sono stati realmente seppelliti quei rifiuti chimici, ospedalieri, farmaceutici e fanghi termonucleari di cui parla il cugino di Francesco “Sandokan”? Quelle cassette di piombo contenenti veleni si trovano anche nei terreni, nelle acque, sotto la sabbia di Pozzuoli, via Napoli, Licola, Monterusciello? Siamo realmente a contatto con autentiche bombe chimiche, cause di migliaia di casi di tumore registrati negli ultimi anni nei Campi Flegrei? Domande a cui la gente, impaurita, chiede subito risposte e lancia appelli alle autorità affinché avviino controlli e verifichino la veridicità del racconto dell’ex boss pentitosi nel 1993. «Stanno morendo 5 milioni di persone…Mi sono ravveduto quando ho visto che avvelenavamo la terra. E che si uccidevano i bambini prima che nascessero».

 

LE PAROLE SHOCK DELL’EX BOSS – «Tutte quelle cave di sabbia che stanno dal Lungomare di Baia Domitia fino a Pozzuoli (“sotto è tutto interrato” aggiunge l’intervistatrice) – ha raccontato Schiavone ai microfoni di Sky Tg24  – Sopra i camion scaricavano i fusti tossici nell’acqua perché quelle cave scendevano 8-9-10-15 metri come noi a Casale siamo arrivati a 18 metri in certi terreni ed io ho fatto i sopralluoghi. Poi veniva buttata…tossici e scaricata a ribaltabile poi.. poi quelle cassette di piombo senz’altro si sono aperte negli anni poi…ecco perché la gente sta a morire di cancro…». Parole che mettono angoscia e che danno un’ulteriore conferma a sospetti che vanno avanti da anni. «Il vero business era quello dei carichi che dal Nord Europa arrivavano al Sud. Rifiuti chimici, ospedalieri, farmaceutici e fanghi termonucleari. Scaricati e interrati dal lungomare di Baia Domitia fino a Pozzuoli».


L’APPELLO – «…Dicci chiaramente dove, in quale contrada, in quale terreno, in quale sito sono stati sversati i veleni che stanno portando a morte la nostra gente, i nostri giovani, i nostri figli. Sai che un popolo numeroso e impaurito lotta ogni giorno per arrivare a qualche soluzione. Oso chiederti di aggiungerti a noi. Vieni anche tu con noi. Facci da guida. Impegnati oggi per il bene come un tempo lo sei stato per il male. Insieme ce la possiamo fare a salvare la nostra terra martoriata e bella. Non per noi…». E’ l’accorato appello lanciato da Don Patriciello, parroco di Caivano impegnato nella bonifica della “Terra dei Fuochi”, proprio all’ex boss dei casalesi, a cui rivolge l’invito che in tanti, in queste ore, vorrebbero fare a Schiavone affinchè indichi i punti esatti (lungo il tratto di costa che dal basso Lazio arriva fino a Pozzuoli)  in cui sono avvenuti gli sversamenti.

 

LA LETTERA AL SINDACO DI POZZUOLI – Infine proprio da Pozzuoli parte un SOS dall’ “Osservatorio per la Tutela della Salute e l’Ambiente” al Sindaco del capoluogo flegreo Vincenzo Figliolia affinchè si attivi con le autorità preposte contro i criminali che hanno provocato lo scempio descritto dal pentito Carmine Schiavone «Signor Sindaco, con l’intervista di Carmine Schiavone del 23/8 a SkyTG24 abbiamo avuto la conferma di cose già note: la camorra, con la collusione di pezzi delle istituzioni, ha fatto enormi affari con il traffico di rifiuti tossici – scrive il presidente Ciro Di Francia – Ma in quell’intervista c’è una novità;  l’ex capo dei casalesi ha riferito che  il territorio puteolano non è stato risparmiato. Ritengo, pertanto, che i cittadini abbiano il diritto di  conoscere le iniziative che Lei intende avviare, senza escludere la costituzione di parte civile nei processi in corso contro quei criminali che hanno provocato disastro ambientale ed epidemia oncologica. In  attesa di un Suo cortese riscontro, La ringrazio per l’attenzione e La saluto cordialmente».

 

GENNARO DEL GIUDICE