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TRAGEDIA POZZUOLI/ Il dramma delle due sorelle morte con i propri mariti

TRAGEDIA POZZUOLI/ Il dramma delle due sorelle morte con i propri mariti
  • Pubblicato1 Agosto 2013
Le bare mentre lasciano la camera ardente di Monteforte Irpino

POZZUOLI – Le bare, una accanto all’altra, vengono benedette dal Vescovo di Pozzuoli Monsignor Gennaro Pascarella. Tra queste ci sono quelle delle due sorelle Illiano, Barbara e Agnese, che per l’ennesima volta avevano condiviso l’esperienza  di un viaggio insieme. Ma davanti all’altare Barbara e Agnese non sono sole. Accanto a loro ci sono i feretri di Alfonso e Procolo, i mariti, gli uomini della loro vita. Tutti e quattro insieme erano partiti per la tre giorni di fine luglio a Telese, per “staccare un po’ la spina” e vivere momenti di relax. Ma  il destino gli ha voltato le spalle a pochi chilometri da casa, spezzando le loro vite in un colpo solo.

 

UNA FAMIGLIA DISTRUTTA – Nello schianto, dopo un volo di oltre 30 metri, hanno perso la vita lungo quella maledetta vallata ai piedi dell’autostrada Napoli-Canosa. Due sorelle accomunate da un tragico destino insieme ai rispettivi mariti. Le loro bare erano adagiate una accanto all’altra. Quella di Barbara Illiano, 63 anni, era vicina a quella di Alfonso Terracciano, 68 anni; quella di Agnese Illiano, 73 anni e il marito Procolo Paone, 84 anni. Come quella di un’altra coppia che era insieme a loro: Vincenza e il marito Biagio Vallefuoco. Erano tra le 48 persone a bordo del pullman guidato da Ciro Lametta, l’autista 44enne che avrebbe fatto l’impossibile per evitare la tragedia. In queste ore le indagini condotte dal Procuratore di Avellino Rosario Cantelmo stanno cercando di fare chiarezza.

 

IL DRAMMA DI SUSY – Tra chi è riuscito a salvarsi invece c’è la 19enne Susy. Doveva andare anche lei a quella gita finita tragicamente in fondo a un dirupo. Ma la decisione di andare alla festa di compleanno di alcuni amici le ha evitato di essere sull’autobus della morte insieme alla propria famiglia. Susy ha perso il papà Mario, sindacalista e lavoratore socialmente utile presso la scuola “Virgilio”, la mamma Maria Rosaria e gli zii Giovanni ed Antonietta. Nonostante le insistenze del padre, che amava concedersi qualche giorno di pausa portando sempre con sé la famiglia, la 19enne questa volta aveva detto no. Salvandosi da questa immane tragedia.