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Tragedia della Solfatara: il giudice nomina 7 esperti per valutare rischi e messa in sicurezza

Tragedia della Solfatara: il giudice nomina 7 esperti per valutare rischi e messa in sicurezza
  • Pubblicato18 Settembre 2018

POZZUOLI – Un collegio peritale di ben sette super-esperti per valutare i rischi della Solfatara e individuare i necessari interventi di messa in sicurezza. Nell’ambito del procedimento penale per disastro colposo per la tragica morte di Massimiliano Carrer, della moglie Tiziana Zaramella e del figlio Lorenzo, il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Napoli, la dottoressa Claudia Picciotti, ha fissato per venerdì 21 settembre, alle 12, presso il nuovo palazzo di Giustizia di piazza Cenni, l’udienza in camera di consiglio in relazione alla richiesta di svolgimento dell’incidente probatorio avanzata il 30 luglio scorso dai pubblici ministeri titolari del fascicolo, le dottoresse Anna Frasca e Giuliana Giuliano.

DISTRUTTA UNA FAMIGLIA – Com’è tristemente noto, la famiglia veneziana rimase vittima un anno fa, il 12 settembre 2017, visitando il noto sito naturalistico, di un terribile incidente: Lorenzo precipitò in una voragine del terreno che si aprì all’improvviso sotto i suoi piedi e che inghiottì, stordendoli con i gas del sottosuolo, anche papà e mamma, precipitatisi uno dopo l’altro nel vano tentativo di salvare il ragazzo. Sopravvisse solo il figlio più piccolo dei Carrer, che oggi ha nove anni e vive con la zia. L’inchiesta ha portato alla luce – fanno sapere i legali della famiglia veneziana – gravi lacune sul piano della sicurezza sia per i visitatori sia per il personale impiegato nell’area, che da allora è sotto sequestro: camminamenti non tracciati, mancanza di segnaletica, nessuno studio preliminare sulla crosta calpestabile, solo per citarne alcuni. Violazioni che hanno portato alla iscrizione nel registro degli indagati, per il reato di disastro colposo, di Giorgio Angarano, amministratore della Vulcano Solfatara srl, di altri cinque soci della società che gestisce l’area e della stessa società.

LA PERIZIA – Per un’esigenza di ulteriori approfondimenti, sia in relazione al procedimento sia in ordine alle istanze degli operatori economici e della comunità di Pozzuoli di poter arrivare quanto prima alla riapertura di uno dei volani turistici della zona, i Pm hanno dunque chiesto di svolgere una perizia “volta ad effettuare – per citare l’istanza – analisi dei rischi presenti presso il sito Solfatara di Pozzuoli ed il monitoraggio degli stessi tenuto conto della morfologia vulcanica dell’area oggetto di visita e della natura geolitologica e geotecnica del suolo e sottosuolo; ad accertare la situazione idrogeologica dei luoghila tipologia e la quantità dei gas presenti nell’area; a indicare le cautele o presidi idonei a garantire la sicurezza dei sito oggetto di visita da parte di terzi, tenuto conto dei rischi che caratterizzano il sito come sopra indicati, in modo da assicurare la tutela della pubblica incolumità (anche con riferimento al tragico evento verificatosi il 12.9.17)”. Richiesta «meritevole senz’altro di accoglimento» a parere del gip. «La formulazione delle contestazioni elevate – scrive nell’ordinanza la dottoressa Picciotti – impone necessariamente l’espletamento di un accertamento di tipo peritale, la cui complessità emerge con evidenza dalla disamina degli atti e che, se fosse disposto nel corso del dibattimento, ne determinerebbe sicuramente la sospensione per un periodo superiore a due mesi. Peraltro, la particolare natura del sito oggetto di attenzione rende tale accertamento non rinviabile, attesa la fisiologica e continuativa modificazione dello stato dei luoghi, poiché sono in corso fenomeni di vulcanismo attivo e la zona è esposta all’azione degli agenti atmosferici. La complessità e delicatezza dell’accertamento peritale, come emergente anche dalla prospettazione accusatoria, ha imposto la selezione di un composito collegio peritale, i cui componenti sono stati individuati negli ambiti di specifica competenza nel contesto nazionale, a seguito di valutazione di curricula professionali di elevato spessore».

IL POOL DI PERITI – Il pool abbraccia tutte le discipline. Ne faranno parte il professore Giovanni Battista Crosta, Direttore della Sezione di Scienze Geologiche e Geotecniche del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente, del Territorio e della Terra dell’Università di Milano Bicocca; il professore Orlando Vaselli, docente in Geochimica e Vulcanologia, Direttore di Scienze della Terra all’Università di Firenze; il professore Giuseppe Tito Aronica, docente in Ingegneria Idraulica all’Università di Messina; il professore Claudio Giulio Di Prisco, docente in Geotecnica al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano; il professore Angelo Baggiani, docente in Igiene generale e applicata al Dipartimento di Ricerca Transnazionale NTMC, all’Università di Pisa; il geofisico Giuseppe Marino, esperto nello specifico settore dell’Idrogeologia; l’ingegnere Maurizio D’Amico, con specifica competenza in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. «E’ l’ennesima conferma del certosino lavoro che sta facendo la Procura per la completa ricostruzione della filiera delle responsabilità e per evitare che tragedie così immani e assurde si ripetano», commenta il professore avvocato Alberto Berardi, del Foro di Padova, che assiste i familiari delle vittime con l’avvocato Vincenzo Cortellessa e con Studio 3A. «Si tratta infatti di un collegio peritale di altissimo profilo – conclude l’avvocato Berardi – che rappresenta una garanzia assoluta per monitorare tutti i gravi pericoli insiti in quel sito, che non possono che precluderne la fruizione, e per determinare i requisiti di sicurezza e gli interventi necessari per poterlo riaprire al pubblico».