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Sgominato gruppo nigeriano dedito alla tratta delle prostitute: fermati 4 asilanti

Sgominato gruppo nigeriano dedito alla tratta delle prostitute: fermati 4 asilanti
  • Pubblicato4 Ottobre 2012
I 4 costringevano le ragazze di colore a prostituirsi (foto web)

NAPOLI –  Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, hanno dato esecuzione a quattro Provvedimenti di Fermo emessi dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di quattro cittadini nigeriani, in quanto gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione ed estorsione. Si tratta di due ragazze, Joy Sunday 31enne ed Endurance Sunday, anche lei 31enne e due ragazzi, Destiny Ehirobo Edib 32enne e Kingsley Nneji 36enne. Secondo gli investigatori, le due coppie avevano costituito un articolato sodalizio criminale che gestiva giovani connazionali facendole giungere dalla Nigeria all’’Italia. Una volta arrivate, le ragazze si prostituivano, cedendo poi loro una consistente parte dei compensi ricevuti per estinguere il cosiddetto “debito contratto” per riuscire a raggiungere il nostro paese. La somma variava tra i quarantamila ed i settantamila euro.

ZONA FLEGREA –  Un fenomeno, quello della prostituzione da parte di giovani immigrati, che interessa particolarmente anche la zona flegrea. In primis, quella della Domitiana, dove esiste un vero e proprio “mercato del sesso” con decine di ragazze che quotidianamente si prostituiscono lungo la strada.

L’INGANNO –  Una lunga ed accurata attività investigativa, basata anche su numerose intercettazioni telefoniche, ha dimostrato che le ragazze venivano avvicinate nel loro paese prospettando loro una normale attività lavorativa nel nostro paese. Giunte in Italia, venivano costrette a prostituirsi mediante l’esercizio di violenze fisiche e psicologiche, non per ultima il ricorso ai riti voodoo molto praticati e sentiti nella cultura nigeriana. Il viaggio dalla Nigeria all’’Italia avveniva lungo un tragitto che toccava numerosi paesi africani. Le tappe venivano cambiate a seconda del mutare delle situazioni politiche nei singoli paesi. Tappa finale in Africa era la Libia, almeno sino a prima dello scoppio della guerra civile, dove con i classici barconi raggiungevano le coste italiane.

LE MINACCE –  Tra i mezzi di pressione utilizzati per ottenere maggior puntualità nel pagamento del debito, i membri dell’associazione arrivavano anche a separare le giovani madri dalle figlie che avevano portato con se dalla Nigeria. Le bambine venivano tenute come garanzia dando a credere a tutti che si trattasse di figlie di una delle due coppie componenti il sodalizio criminale. I quattro cittadini nigeriani, sono stati pertanto rintracciati al Borgo Sant’’Antonio dove vivevano in due diversi alloggi e subito fermati. Tutti e quattro erano titolari di regolare permesso di soggiorno per asilanti.