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RUBRICA/ Una finestra sul sociale: “Molti compiti a casa, mia figlia è stressata. Cosa fare?”

RUBRICA/ Una finestra sul sociale: “Molti compiti a casa, mia figlia è stressata. Cosa fare?”
  • Pubblicato4 Dicembre 2018

LA RUBRICA – Ecco la rubrica “Una finestra sul sociale” a cura di Giovanna Di Francia, insegnante e avvocato, attivista nel sociale e volontaria. Per sottoporre a lei domande, proposte e riflessioni basta scrivere all’indirizzo: [email protected]

LA LETTERA – Salve, Ho letto l’articolo della rubrica “una finestra sul sociale” e volevo raccontarle un disagio che sto vivendo ultimamente. La mia bimba è in quarta elementare, non ha mai avuto problemi a scuola e ha sempre portato risultati eccezionali. È una bimba molto volenterosa, ma ha i suoi tempi e a volte sarà per stanchezza, perché è impegnata in uno sport che porta via molto tempo, sarà perché alcune materie non le “ama” in modo particolare o magari non viene coinvolta abbastanza…. impiega più tempo a fare i compiti. Ci sono dei giorni in cui la mole di compiti è davvero eccessiva e siccome le maestre non si confrontano tra di loro non si rendono conto di aver assegnato 4/5 materie in un giorno. Altra cosa assurda è quella di assegnare molti compiti quando ci sono festività o ponti, come è accaduto per la festività del primo novembre. Ci sono sere in cui torniamo da fare sport e la bimba riprende i libri finendo intorno alle 22,30. Prima avevamo tempo per stare un po’ insieme, per giocare o semplicemente raccontarci la giornata……ora non troviamo più tempo per niente, mi chiedo se sia giusto andare avanti così, le ho proposto anche di non fare più sport, così avrebbe un po’ di tempo per giocare, ma non ne vuol sapere…..cosa mi consiglia? Sarà giusto stressare in questo modo i bambini?
Lettera firmata.

GIOVANNA RISPONDEGentile lettrice, sarebbe interessante sapere se questo disagio da Lei espresso, sia stato manifestato alle dirette interessate, cioè alle maestre. Ci sono diverse scuole di pensiero riguardo ai compiti a casa, il riferimento principale però deve essere la normativa vigente. Fino al 1999 la disciplina legislativa faceva riferimento alla Circolare n. 177 del 1969 intitolata “Riposo festivo degli alunni. Compiti scolastici da svolgere a casa”. Tale circolare poneva un limite al docente che, assegnando compiti in prossimità di un week end, ponti o festività in genere, inibiva altre possibilità di formazione e di educazione dei ragazzi che passano anche attraverso canali quali “la pratica di sport, visite ai musei, partecipazione a concerti ed eventi pubblici”. Con l’introduzione del D.P.R. n. 275/99 e, quindi, con la relativa disciplina sulla Autonomia scolastica, tale disciplina può ritenersi superata. E’ ovvio, però, che è demandato al buonsenso del docente concertare la propria attività didattica con gli altri docenti del team in uno spazio temporale denominato “programmazione didattico-educativa”, obbligatorio per ogni docente, perché riconducibile al suo orario di servizio. E’ in questo spazio che si affrontano anche le problematiche della classe e le necessità dei singoli alunni: la progettazione dell’attività di classe e dei relativi compiti a casa devono essere adeguati agli alunni stessi. La Convenzione di Salamanca del 1994 recita, infatti, che “ogni bambino ha caratteristiche, interessi, predisposizioni e necessità di apprendimento che gli sono propri”, quindi, “i sistemi educativi devono essere concepiti e i programmi devono essere messi in pratica in modo da tenere conto di questa grande diversità di caratteristiche e di bisogni”. Spero di averLe fornito spunti e strumenti di riflessione utili a comprendere che non è sacrificando lo sport che aiuterà Sua figlia in questa delicata fase evolutiva. E’ prioritario che la piccola stabilisca con i docenti di classe una relazione tale da favorire il raggiungimento di un personale equilibrio fra compiti e tempo libero, attivando in sé un processo di maturazione che la spinga verso una crescente autonomia e serenità. Se ciò non dovesse avvenire La invito ad informare il rappresentante dei genitori in seno al consiglio di classe o, se necessario, in seno al consiglio di istituto. E’ solo attraverso l’attivazione di una proficua sinergia tra scuola e famiglia che l’alunno si proietterà verso un’assunzione in carico dei propri doveri per portare a termine in maniera adeguata gli impegni scolastici.