Close
Cronaca In Evidenza Notizie flash Quarto

QUARTO/ Voto di scambio, 39 persone condannate e 54 assolte

QUARTO/ Voto di scambio, 39 persone condannate e 54 assolte
  • Pubblicato30 Luglio 2014
votoscambio
Voto di scambio alle elezioni 2007: 39 condanne e 54 assoluzioni

QUARTO – Sono stati tutti assolti dall’accusa di voto di scambio gli imputati più noti in città al termine del processo che vedeva coinvolte per 101 persone. Il giudice ha assolto Armando Chiaro, Gennaro Prencipe, Salvatore Liccardi e Nicola Imbriani «perchè il fatto non sussiste». Assieme a loro sono stati assolti altri 54 imputati. Nessuna condanna anche per Fabiola D’Aliesio, all’epoca candidata alla carica di sindaco per la lista dei Carc. A differenza degli altri imputati doveva rispondere di vilipendio alla magistratura e favoreggiamento al voto di scambio. Il giudice ha invece condannato 39 persone con pene che vanno dagli otto mesi di reclusione ad un anno e 10 mesi. Tranne che per un condannato, tutti hanno ricevuto il beneficio della sospensione della pena.

 

LE INDAGINI – Infine, per quattro imputati, non si è arrivati a nessuna sentenza in quanto sono morti durante il processo. Le indagini culminarono all’alba del 25 maggio del 2007, con numerose perquisizioni in abitazioni private e studi professionali e altri locali sparsi per la città. Tutto questo avveniva appena due giorni prima dell’apertura delle urna elettorali per il rinnovo del consiglio comunale. Furono ascoltati numerose persone, tra queste anche politici candidati al consiglio comunale.

 

I “BIG” – Armando Chiaro si era presentato agli elettori come candidato alla carica di consigliere comunale nelle fila di Forza Italia. Gennaro Prencipe come sindaco per L’Italia di mezzo. Salvatore Liccardi, detto “Pataniello” si trova in carcere dal 2011, accusato di essere un elemento di spicco del clan Polverino, così come l’imprenditore Nicola Imbriani, arrestato nel 2012 nell’ambito della stessa inchiesta che portò in carcere Armando Chiaro. Quest’ultimo è stato di recente condannato in secondo grado per i suoi rapporti con il clan che gestiva il malaffare tra Quarto, Marano e la Spagna. Liccardi e Imbriani sono invece attesa di giudizio. Per tutti loro, però, l’accusa di aver dato vita ad un giro di compravendita di voti elettorali nel 2007 è caduta con la recente assoluzione.