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QUARTO/ Minacce ai familiari di Teo Giannuzzi, il “narcos” pentito: arresti nel Rione 219 – FOTO E NOMI

QUARTO/ Minacce ai familiari di Teo Giannuzzi, il “narcos” pentito: arresti nel Rione 219 – FOTO E NOMI
  • Pubblicato29 Giugno 2018

QUARTO – Minacce, un furto e danneggiamenti all’abitazione dei familiari di un pentito. Azioni messe in campo per convincere Teodoro Giannuzzi, 38 anni, detto “Teo”, originario di Quarto, a ritrattare quanto raccontato ai magistrati. Una spirale di violenze e intimidazioni che questa mattina hanno portato all’arresto di dieci persone, ritenute affiliate al clan “Polverino”, di queste nove sono di Quarto e una è di Marano. L’operazione è stata condotta tra i palazzi popolari del “rione 219”, in via De Gasperi, dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli su richiesta della DDA partenopea.

I NOMI – In manette sono finiti Candela Cristofaro, 57 anni; Ciotola Giuseppe, 45 anni; Di Maro Antonio, 24 anni; Agrillo Antonio, 33 anni; Mirengo Carlo, 21 anni; Parisi Fortunato, 27 anni; Parisi Patrizio, 60 anni; De Rosa Gennaro, 37 anni; Baldo Alberto, 27 anni; Grillo Vincenzo, 51 anni. Eccetto Cristofaro tutti gli altri sono di Quarto. Dovranno rispondere, a vario titolo, di istigazione a ritrattare dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria e di furto in abitazione e danneggiamento aggravati da finalità mafiose.

LE MINACCE – Gli arrestati, come ha dimostrato l’indagine dei carabinieri coordinata dalla DDA, a partire dall’agosto 2017 hanno intimidito alcuni parenti di Giannuzzi che con le sue dichiarazioni aveva colpito i clan degli “Orlando” e dei “Polverino” per spingerlo a rendere dichiarazioni false e a ritrattarne quelle già rese. Alle minacce è poi seguito un furto in casa del suocero: i malviventi vi sono penetrati forzando la porta d’ingresso, approfittando del fatto che le vittime avevano dovuto lasciare l’appartamento con urgenza per motivi di sicurezza. Nell’abitazione esplosero, inoltre, petardi danneggiando il bagno, pareti, porte, mobili ed effetti personali. Gli arrestati sono stati tutti tradotti al centro penitenziario di Secondigliano.