Close
In Evidenza Quarto

QUARTO/ L’ex assessore e l’addio al veleno alla sua amica sindaco

QUARTO/ L’ex assessore e l’addio al veleno alla sua amica sindaco
  • Pubblicato20 Giugno 2017

QUARTO – Altro che lettera dal contenuto “personale”, quella che ha protocollato l’oramai ex assessore Donatella Alessi assieme alle sue dimissioni, è un duro atto d’accusa nei confronti del sindaco Capuozzo e dal sapore squisitamente politico. Dopo aver ringraziato il primo cittadino per l’opportunità data e ricordato le “battaglie” combattute assieme in questi due anni, Alessi non le manda a dire.

Donatelli Alessi e Rosa Capuozzo insieme in Commissione Antimafia nel gennaio del 2016

“BEGHE PAESANE” – «Ho creduto fino in fondo, perché tante volte ce lo siamo dette, che mai ti saresti lasciata contaminare dalle beghe paesane e irretire dai piccoli interessi di bottega della politica della tua flottante ed ondivaga maggioranza – ha scritto Donatella Alessi nel documento che sperava venisse reso pubblico da Rosa Capuozzo dopo le dimissioni – Oggi non è più così. Non so cosa sia di preciso accaduto: non ho la forma mentis per accedere a meandri e retroscena che mi possa far spiegare il tuo atteggiamento nei miei confronti. Ho come la sensazione che tu non stia aspettando altro che mi tolga di torno e che stia ponendo in essere azioni e comportamenti che mi hanno creato imbarazzo, frustrazione e problemi di autostima. Si dice che a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina… non sarà la gentile richiesta di qualcuno interessato alle mie deleghe?».

UN ALTRO ADDIO “RUMOROSO” – Dunque, così come avevamo ipotizzato nei giorni scorsi, ci sarebbe una delega al centro della disputa tra l’ex assessore ed il sindaco. Sarebbe quella al Personale, prima nelle mani della Alessi, poi in quelle della fascia tricolore. Una “sottrazione” che sarebbe finita per attirare gli appetiti di qualcuno, secondo quanto lascia intendere la stessa Donatella Alessi. Quest’ultima è il quinto assessore ad andare via dalla giunta creata nel 2015. Prima di lei lo avevano fatto Raffalla Iovine, Umberto Masullo, Tullio Ciarlone e Francesco Pisano. Tranne Ciarlone, tutti sono andati via in maniera “rumorosa”, non risparmiando dure critiche al capo dell’amministrazione e in alcuni casi anche continuando a farlo in altre sedi.