Close
Politica Primo Piano Quarto

QUARTO/ La parola a Giovanni Santoro: «Meno tributi per gli indigenti e servizi socio-sanitari»

QUARTO/ La parola a Giovanni Santoro: «Meno tributi per gli indigenti e servizi socio-sanitari»
  • Pubblicato4 Giugno 2018
Giovanni Santoro

QUARTO – Giovanni Santoro è candidato a sindaco di Quarto. “Idea Quarto” e “Uniti per Quarto” sono le liste a suo sostegno. A lui abbiamo rivolto tre domande oltre a un appello al voto.

Quali sono i motivi alla base della sua candidatura? Lavorare per la gente eliminando i disservizi. Questi disservizi vengono ridotti e si eliminano quelli che possono nascere da una cattiva politica futura, con un costo zero ma con un grande impegno personale, perché vanno monitorati i disservizi, ovvero i servizi per poi evitare i disservizi. Quando diciamo che la strada è sporca, i cittadini già pagano, se la strada è rotta il cittadino ha già pagato, se i rifiuti sono ancora lì, e bisogna ancora attrezzare il funzionamento per la raccolta, i cittadini già pagano. Allora si va alle origini del disservizio, si capisce la provenienza e va migliorata la fonte. 

Quali sono i punti fondamentali del suo programma? Prima di tutto sempre sullo stato di necessità, tra i tanti c’è quello di far pagare i tributi minori alle persone cadute in disgrazia, senza cacciar alcun soldo. Tra le varie procedure c’è una legge nazionale del 2014, c’è bisogno di organizzare i servizi per soddisfare le varie precarietà, difficoltà delle persone cadute in disgrazia che hanno una sorta di involontarietà per il problema che hanno, poi i servizi sociali per i portatori di handicap, servizi socio-sanitari affinché nascano bambini a Quarto, poiché sono quarant’anni che non nascono. Questa è la politica, c’è bisogno di chiedere agli investitori privati di non costruire palazzi ma strutture che diano oltre che servizi socio-sanitario ai cittadini, anche un’ occupazione diversa, nuova.

In caso di elezione a sindaco, che interventi vorrebbe mettere in campo nei primi 100 giorni di amministrazione? Prima di tutto vorrei istituire una nuova delega, si chiama cittadinanza attiva, la nuova delega in cui i cittadini devono essere coinvolti attivamente alla gestione e attivazione di tutti i servizi del comune attraverso le consulte per cui io mi batto da anni. Una tra queste è la legalità che è stata istituzionalizzata ma non costituita ancora. Sono uno tra quelli che dicono che il piano di anticorruzione deve essere completamente e praticamente attuato.

Che appello vuole lanciare ai cittadini di Quarto per convincerli a votarla? Prima di tutto faccio un appello affinché tutti quanti vadano a votare. Questa disposizione fatta dal Consiglio di Stato (incandidabilità di Giarrusso) ha eliminato quelli che hanno o avevano un’aspirazione sia a dare un contributo diretto per governare il paese, sia ad amministrare tutti i problemi e risolverli. Quindi buona parte di questi cittadini sono stati mortificati perché esclusi senza avere nessun tipo di colpa. Non possono rimanere a casa ma devono partecipare alle elezioni scegliendo quello che loro ritengono più giusto tra i candidati presenti. Però sembra che alla fine non faccio l’appello per farmi votare, ovviamente questo è perché più c’è partecipazione, più c’è democrazia, più c’è possibilità di scegliere. La critica serve a questo, l’opinione si forma attraverso un passaggio di parole, ma se vanno a votare quelli che hanno adesso riferimenti in casa per la prossima amministrazione e gli altri sono demotivati, io faccio appello a questi affinché riescano a dare un contributo comunque, perché il cittadino deve dare comunque il suo contributo. Proprio ora sto parlando di problematiche dell’acqua e dell’immondizia a Quarto. Io non volevo votare in consiglio comunale, poi nel corpo della delibera c’era l’impegno da parte degli assessori che furono condizionati a dimettersi, quello dell’urbanistica e quello delle finanze. L’impegno era che a settembre dovevamo rivederci, era un provvedimento per evitare al penultimo giorno un eventuale danno alle radio. Ma dovevamo comunque applicare la nuova normativa. Ormai in tutta Italia il metodo di misurazione e pagamento è stato unificato, ogni comune secondo le sue risorse economiche e finanziarie alza o abbassa le tariffe. L’impegno è anche questo: affrontare due gravi problemi radicalmente: il servizio idrico e il servizio rifiuti. Due problemi storici che comunque c’è il rischio che si mantengano ancora per molto tempo.