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QUARTO/ “Delibere approvate senza il numero legale”. Ricorso al Tar, rischio commissariamento

QUARTO/ “Delibere approvate senza il numero legale”. Ricorso al Tar, rischio commissariamento
  • Pubblicato27 Giugno 2016

consiglio_comunale_quartoQUARTO – Delibere che sarebbero state approvate in una seduta consiliare “viziata” dalla mancanza del numero legale. Dunque, documenti da ritenere nulli, così come l’intera sessione. E’ questo, in sintesi, il contenuto del ricorso presentato al Tar da parte di Francesco Passaro, capogruppo della civica Protagonismo Sociale. E contro il quale via De Nicola cercherà di far valere le proprie ragioni.

Da sinistra Giovanni Santoro, il sindaco Rosa Capuozzo e Gabriele Di Criscio
Da sinistra Giovanni Santoro, il sindaco Rosa Capuozzo e Gabriele Di Criscio

BILANCIO A RISCHIO – E ad aprirsi, in caso di accoglimento del ricorso, ci sarebbero scenari clamorosi. Come addirittura il commissariamento del Comune. Sì, perchè ad essere stati approvati in una presunta seduta viziata, sono atti propedeutici all’approvazione del bilancio. Se i primi dovessero essere ritenuti non validi, a “cadere” sarebbe proprio il principale documento contabile dell’amministrazione.

LA CONTA “A VOCE” DEI CONSIGLIERI – Per capire meglio di cosa stiamo parlando, bisogna fare un passo indietro. E’ il 28 marzo scorso, in aula ci si prepara aduna seduta straordinaria del consiglio comunale. Il numero legale sembra esserci, almeno così risulta dal resoconto stenografico. Dal quale emerge, però, che l’appello è stato fatto “a voce” e non in maniera nominale. Così, almeno, stando alla tesi alla base del ricorso al Tar. Inoltre, poco dopo terminata la “conta”, dall’aula escono due consiglieri, facendo così mancare il numero legale. Viene chiesta una sospensione, accolta dal presidente del consiglio. Nel frattempo, a “salvare” il numero legale, ci penserà un altro consigliere arrivato all’ultimo minuto. Ma, stando sempre a quanto si evince dal ricorso, la presenza del “salvatore” della maggioranza che sostiene il sindaco Rosa Capuozzo non sarebbe stata riportata né nell’atto deliberativo né tanto meno nel resoconto stenografico.

IL RICORSO – «Risulta evidente che l’adunanza consiliare non si è validamente costituita – si legge nel ricorso presentato al Tar – avendo il segretario attestato la presenza del numero legale minimo dei membri del consiglio, senza procedere all’imprescindibile appello nominale». In altre parole, la seduta sarebbe da annullare totalmente e con essa tutto ciò che è stato approvato, anche successivamente come il bilancio. E senza quest’ultimo non si va da nessuna parte.