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QUARTO/ Camorra, il magistrato antimafia: «C’è un vuoto che toglie speranze. Bisogna ascoltare i giovani»

QUARTO/ Camorra, il magistrato antimafia: «C’è un vuoto che toglie speranze. Bisogna ascoltare i giovani»
  • Pubblicato7 Giugno 2018

QUARTO – I giovani, la camorra e un “vuoto sociale” che toglie speranze. Ma anche il coraggio, l’ascolto e l’importanza del dialogo con i giovani. Perchè una cultura anti camorra si costruisce anche infondendo nei più piccoli il seme della legalità e dimostrando con i fatti che le Istituzioni sono presenti e sono più forti di ogni organizzazione criminale. E a Quarto, da sempre terra di camorra, un segnale in questa direzione è arrivato attraverso il progetto “Percorsi di cittadinanza attiva e responsabilità giovanile: La dispersione scolastica e l’iniziazione dei giovani alla camorra”che ha visto impegnati studenti, insegnanti e volontari della Virtus Social Quarto Santa Maria e l’Isis “Rita Levi Montalcini”.

L’ALLARME DEL MAGISTRATO – «I giovani vivono un momento particolare, c’è una diminuzione dell’età in cui si inizia a delinquere e la presenza dei ragazzi in contesti camorristici è dovuta anche al vuoto che toglie le speranze. –è l’allarme lanciato da Gloria Sanseverino, magistrato della DDA di Napoli che da anni segue le dinamiche camorristiche legate al territorio flegreo e che ha parlato dell’ingresso dei giovani nelle organizzazioni criminali- Non esiste un salto netto ma c’è un passaggio graduale. Si inizia con il piccolo spaccio di droghe leggere, che oggi portano più dipendenza rispetto al passato in quanto trattate anche chimicamente, e da questa dipendenza si arriva a spacciare per potersi permettere la droga e così via. Ogni attività è sotto il controllo della criminalità, del sistema. -ha detto la Sanseverino che si è soffermata sull’importanza del dialogo con i giovani e i territori- Queste iniziative hanno ancora un ruolo, un’importanza in questi contesti. Più che raccontare cosa fa un magistrato, parlare di arresti bisogna sentire le esigenze dei ragazzi che hanno bisogno di essere ascoltati. Da piccole iniziative può arrivare il cambiamento». Sulla stessa linea di pensiero anche la giornalista Rosaria Capacchione che ha parlato di una sorta di “fascino del male” che la camorra trasmette. Un fascino che fa breccia non solo in contesti caratterizzati da situazioni sociali ed economiche disastrate, ma anche giovani di famiglie facoltose.

LA RAMANZINA – La manifestazione, che ha visto la partecipazione di Nico Sarnataro (presidente Virtus Social Quarto Santa Maria), Salvatore Errichiello (delegato Figc) e Raffaella De Vivo (insegnante, referente alla legalità Isis “Rita Levi Montalcini”), era iniziata con un monito del moderatore Ciro Biondi alla politica locale in vista delle elezioni comunali in programma per domenica «Spero che non siate venuti qui per fare passerella, nè per fare selfie o armati di biglietti elettorali. Spero che veniate anche ai prossimi eventi». Strigliata arrivata anche dal padrone di casa, Don Genny, della parrocchia Gesù Divino Maestro che ha lamentato una «Inquietudine nell’ascoltare chiacchiere senza vedere fatti concreti nella città di Quarto. -mentre sulla criminalità organizzata ha detto- Purtroppo la camorra è un ammortizzatore sociale. I giovani devono vivere la camorra come uno sforzo di vomito».