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POZZUOLI/ Sinistra Ecologia e Libertà porta il “caso geotermia” in Parlamento, in esclusiva il testo dell’interrogazione

POZZUOLI/ Sinistra Ecologia e Libertà porta il “caso geotermia” in Parlamento, in esclusiva il testo dell’interrogazione
  • Pubblicato21 Luglio 2015
Le preoccupazione di SEL per l'istituzione di un impianto geotermico
Le preoccupazione di SEL per l’istituzione di un impianto geotermico

POZZUOLI – Ecco di seguito in esclusiva il testo dell’interrogazione parlamentare che SEL nella persona del suo capogruppo Arturo Scotto presenterà alla Camera dei Deputati:

“Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che: Dal 2000 nell’area dei Campi Flegrei, vasta caldera di natura vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli e compresa nei comuni di Napoli, Bacoli, Quarto Flegreo, Pozzuoli e Monte di Procida, vi sono evidenti segni di «risveglio» vulcanico; segni particolarmente evidenti di tale risveglio sono stati rilevati nell’area di via Pisciarelli e via Scarfoglio, quasi al confine tra il comune di Napoli e quello di Pozzuoli; in via Pisciarelli si è assistito, negli ultimi anni, ad un continuo aumento dell’attività delle fumarole, accompagnato da aumento della temperatura, apertura di nuove bocche fumaroliche, emissioni di fanghi e attività sismica localizzata; più in generale, in tutto il settore orientale del cono della Solfatara, che include anche via Scarfoglio, si è osservata una estensione dell’area che emette dal suolo gas di origine vulcanica CO2, a cui si aggiunge un aumento della quantità di produzione della stessa; l’aumento della CO2 vulcanica, unitamente alla ripresa dell’innalzamento del suolo dopo anni di subsidenza, ha suggerito al dipartimento della protezione Civile di passare lo stato del vulcano Campi Flegrei da «quiete» ad «attenzione scientifica»; in particolare un fattore emerso è quello della notevole attività freatica nell’area di via Pisciarelli e dintorni; nel gennaio del 2015 l’area emetteva quasi 3000 tonnellate di CO2 al giorno, una quantità notevole. E’ prevista, in quell’area, la realizzazione di un impianto geotermico pilota per la produzione di energia elettrica, delle condotte per il convogliamento del fluido geotermico e dell’elettrodotto interrato per la connessione alla rete elettrica ENEL; il progetto attualmente in campo è della società Geoelettric srl; sarebbe la prima volta che viene effettuata una perforazione per la realizzazione di un impianto geotermico per la produzione di energia elettrica in un’area avente caratteristiche di elevato degassamento ubicata peraltro in una zona fortemente popolata; vi sono forti dubbi anche relativamente alla natura del fluido reperito dalle perforazioni; secondo il modello proposto dai tecnici della Geoelettric si tratterebbe di un liquido, ma non si capisce su quali basi sia stata fatta tale valutazione, considerato che le perforazioni non hanno incrociato vapori; considerato che le perforazioni vengono effettuate in prossimità di fumarole e di zone ad elevato flusso di CO2, è plausibile l’ipotesi che i fluidi estratti contengano già una quantità di CO2 separata e, quindi, non disciolta; laddove tale CO2 separata venisse reiniettata insieme al liquido potrebbe interessare una zona molto calda con presenza di vapore; non si può escludere che il liquido reiniettato localmente non finisca col vaporizzare, con conseguente aumento del volume ed un rischio alto di generare fenomeni indesiderati quali attività sismica o esplosioni; l’estrazione o la reiniezione di fluidi potrebbero causare l’apertura di nuove fumarole e l’esaurimento di quelle esistenti, ed inoltre le perforazioni rischiano di destabilizzare un sistema che di per sé mostra di essere vicino a condizioni critiche, come testimoniato negli ultimi anni dal ripetersi sistematico di attività sismica di debole entità. Il principio di precauzione, tra i principi fondamentali dell’Unione europea in materia di ambiente e salute, implica la necessità di adottare e imporre misure di cautela finalizzate al garantire la cura della salute e dell’ambiente, anche in situazioni di incertezza scientifica nelle quali sia solo ipotizzabile una situazione di rischio; il principio di precauzione legittima l’imposizione di determinate cautele in una fase anteriore a quella in cui, in una logica di tipo preventivo, debbono essere disposti gli interventi preordinati alla difesa dal pericolo; tale anticipazione della soglia di intervento è legittimata dalla peculiare natura di beni come la salute e l’ambiente, il cui danneggiamento non potrebbe essere adeguatamente riparato mediante un intervento successivo; è del tutto evidente come il caso in questione rientri tra le situazioni soggette al principio di precauzione, date le dannosissime ripercussioni che la realizzazione di un impianto geotermico in quell’area rischia di avere sulla vita della popolazione e sull’ambiente delle aree circostanti; la realizzazione di un impianto geotermico potrebbe avere effetti negativi sul turismo e, quindi, sul sistema economico e produttivo di Pozzuoli e Napoli; l’impianto geotermico pilota verrebbe realizzato, infatti, a soli 315 metri dalla bocca principale del vulcano Solfatara; la Solfatara è, ad oggi, la maggiore attrattiva turistica dei Campi Flegrei, con ricadute economiche su tutta l’area di Pozzuoli e Napoli; si tratta di un oasi naturalistica che presenta alcune singolarità naturali, geologiche, botaniche e faunistiche; si parla di un ambiente che andrebbe assolutamente salvaguardato e valorizzato, mentre nella migliore delle ipotesi la chiusura di fumarole per effetto delle trivellazioni determinerebbe l’eliminazione di un elemento attrattivo turistico; la realizzazione dell’impianto geotermico, inoltre, sembra all’interrogante incompatibile con le norme urbanistiche e paesaggistiche vigenti nel comune di Pozzuoli; per l’attuazione del progetto, infatti, è prevista la realizzazione di una centrale geotermica tipologicamente inquadrabile come capannone industriale di nuova costruzione di considerevoli dimensioni volumetriche su di una area di circa 4.400 metri quadri, per una superficie coperta di circa 2.000 metri quadri e un’altezza del corpo di fabbrica di circa 22 metri, e di tre pozzi di produzione e di 2 di reiniezione, di profondità di circa 900-950 metri ciascuno, tutti localizzati nel comune di Pozzuoli; la nuova volumetria da adibire a centrale geotermica risulta all’interrogante del tutto incompatibile con la disciplina urbanistica e paesaggistica come sopra riportata, prevedendosi nel piano regolatore generale il solo adeguamento tecnologico degli impianti funzionanti all’interno dei volumi esistenti, con il ricorso agli interventi di cui all’articolo, 73, punto 5; inoltre per il piano territoriale paesistico (articolo 16, zona A.I.) gli interventi ammissibili non prevedono nuova volumetria e, nel caso di ristrutturazione edilizia, la possibilità di recupero è subordinata all’approvazione di un piano urbanistico esecutivo preventivamente valutato dalla competente soprintendenza per i beni paesaggistici; al contrario, invece, una geotermia sostenibile a bassa entalpia diffusa su tutto il territorio comunale mediante la sperimentazione di un progetto di ricerca innovativo, che tenga conto delle caratteristiche peculiari dei Campi Flegrei, garantirebbe la possibilità di raggiungere gli obiettivi di cui al protocollo di Kyoto (riduzione delle emissioni di gas serra del 20 per cento e produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili del 20 per cento entro il 2020) –: se il Governo non ritenga opportuno, per quanto di competenza, acquisire elementi circa la realizzazione dell’impianto geotermico in questione in relazione al rischio sismico e vulcanico dell’area e alle esigenze di tutela paesaggistica dei luoghi, promuovendo un percorso finalizzato alla realizzazione di forme di geotermia sostenibile a bassa entalpia”.