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POZZUOLI/ Sgombero campo container: una bomba sociale pronta a scoppiare

POZZUOLI/ Sgombero campo container: una bomba sociale pronta a scoppiare
  • Pubblicato10 Gennaio 2018

POZZUOLI – Quarantatré famiglie, quasi 200 persone, donne, bambini, anziani, diversi casi di patologie gravi, situazioni economiche disastrate e l’incubo di non avere più un tetto (seppur abusivo e con amianto) sotto al quale dormire. Un miscuglio di storie, casi sotto la soglia della povertà, di degrado, abbandono, emarginazione che arrivano dal campo container di via Carlo Alberto dalla Chiesa di Arco Felice. In questo ghetto, dove da 33 anni la gente chiede dignità e sogna una casa, la tensione è alle stelle. Sul capo dei 173 residenti “ufficiali” pende un’ordinanza di sgombero firmata dal sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia datata 4 gennaio 2018, pubblicata sull’Albo Pretorio ma -a detta dei residenti- non ancora notificata alle 43 famiglie «Lo abbiamo appreso venerdì da Cronaca Flegrea come un fulmine a ciel sereno» raccontano gli abitanti che entro il 30 gennaio dovranno lasciare improrogabilmente le baracche a causa della presenza di amianto.

BARRICATE – Ma la gente si dice pronta a fare le barricate per scongiurare un destino che sembra ormai scritto «Siamo pronti a tutto». Intanto ieri pomeriggio circa 30 donne hanno dato vita a un sit-in di protesta al comune di Pozzuoli per chiedere sostegno alle istituzioni. Una delegazione di 8 persone è stata ricevuta dal Sindaco Figliolia dai cui uffici non trapela nulla. «Ci ha risposto che 40 case non le tiene. Gli assegnatari devono aspettare che gli alloggi in costruzione a Monterusciello vengano realizzati, mentre per gli altri non c’è nessun futuro. E nel frattempo vedono di farci avere un sussidio. Ma noi vogliamo restare qui e siamo disposti a tutto perchè non abbiamo la possibilità di prendere in affitto una casa» hanno raccontato i “delegati” che per mercoledì prossimo stanno organizzando una manifestazione davanti agli uffici della Prefettura di Napoli.

DISPERAZIONE – Nessuno vuole lasciare il campo container, l’eventualità di dover prendere in affitto un’abitazione è vista cosa insormontabile da chi, da queste parti, vive con poche centinaia di euro al mese e in condizioni economiche disastrate nonostante il comune paghi acqua ed energia elettrica. Tra i manufatti ricoperti di lamiere in eternit ci sono tanti bambini ed anziani, alcuni addirittura affetti da gravi patologie. E su di loro, sul futuro che li attende dal primo febbraio in poi sono rivolte attenzioni e preoccupazioni, in parte sopite dall’idea che in fondo “Cacciare 200 persone, sgomberare 43 alloggi tutti insieme non è poi cosa del tutto semplice. Qualcosa succederà, qualcosa dovranno pur fare per noi” è la speranza che allevia l’incubo di potersi ritrovare improvvisamente senza un tetto.

LA STORIA – Il campo container di Arco Felice nacque nel 1984 per ospitare i commercianti del centro storico di Pozzuoli, ma poco dopo fu occupato dalle famiglie in fuga dal bradisismo. Da quel momento, dopo un primo censimento degli occupanti, si sono susseguite numerose occupazioni che in alcuni casi sono state addirittura accompagnate dalla compravendita dei manufatti. Ma nel frattempo tante famiglie sono in attesa della tanto agognata assegnazione di un alloggio popolare: c’è chi addirittura vive nel campo da 33 anni e attende la fine dei lavori di realizzazione delle palazzine di edilizia popolare, bloccati a Monterusciello a causa dell’ennesima interdittiva antimafia che ha colpita la ditta appaltatrice. Tempi di realizzazione che si preannunciano lunghi mentre una vera e propria bomba sociale rischia di esplodere.

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