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Cronaca Primo Piano

POZZUOLI/ Rimessaggio barche distrutto, 200mila euro di danni: racket o vendetta

POZZUOLI/ Rimessaggio barche distrutto, 200mila euro di danni: racket o vendetta
  • Pubblicato1 Dicembre 2018

POZZUOLI – Dodici ore dopo in via delle Colmate c’è ancora fumo nero e l’aria è resa irrespirabile dalla puzza di bruciato. Dall’altra parte di due cancelli anonimi, senza insegne nè indicazioni, c’è il rimessaggio “Nautica Magom” dove ancora fumano i resti carbonizzati di otto imbarcazioni e un capannone completamente distrutto. I danni sono ingenti, ammontano ad oltre 200mila euro. E con il passare delle ore cresce la convinzione che ad agire sia stata una mano criminale che ha agito con l’obiettivo di colpire l’attività di parcheggio barche e riparazione gommoni gestita da un 42enne di Pozzuoli. Tempi e modalità condurrebbero alla pista del racket o a una vendetta, se non addirittura a un gesto dimostrativo, un avvertimento anche per gli altri imprenditori della zona: “pagate o faremo questo anche a voi”. Le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo di Pozzuoli che dalle 3 di venerdì notte stanno seguendo il caso.

TERRA DI CRIMINALI –  La zona non è videosorvegliata, telecamere non se ne vedono nè lungo il tratto di strada nè dentro e fuori il capannone della Magom, che sorge a ridosso di via delle Colmate, stradone lungo e tortuoso che collega Licola Borgo con Cuma dove si contano almeno una quindicina tra rimessaggi di barche e maneggi di cavalli. Un luogo apparentemente tranquillo, ma spesso finito sotto ai riflettori della cronaca: dall’uccisione del boss Rosario Ferro alias “Capatosta” al ritrovamento del cadavere di un affiliato del clan Puca di Sant’Antimo ammazzato con un colpo di pistola alla testa, fino all’incendio che 11 mesi fa distrusse un altro rimessaggio a poco distanza. Ma anche armi e droga, spesso nascoste tra baracche e la fitta vegetazione che caratterizzano questa zona in passato tana di latitanti e criminali e dove fu stanato Napoleone Del Sole, il capo dei cani sciolti dei Longobardi-Beneduce. Qui, forse, qualcuno ha voluto lasciare ancora una volta il segno.