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POZZUOLI/ Perse la vita in un incidente, il disperato appello della madre: «Non voglio morire senza conoscere la verità»

POZZUOLI/ Perse la vita in un incidente, il disperato appello della madre: «Non voglio morire senza conoscere la verità»
  • Pubblicato3 Gennaio 2018

POZZUOLI«Non voglio morire senza sapere come è morto mio figlio» Da 8 anni non si dà pace mamma Maria, la sua vita è cambiata da quel maledetto 9 luglio quando il suo amato Procolo, 36 anni, morì in un tragico incidente stradale in via Solfatara, tra Agnano e Pozzuoli. Otto lunghi anni di dolore e il calvario dettato dalla ricerca di una verità che non arriva. Cosa è successo quella maledetta sera del 9 luglio 2010 costata la vita a Procolo Migliaccio? Qual è la vera dinamica dell’incidente? Chi ha visto? Domande alle quali nessuno ha mai dato risposte.

IL CASO – E dopo 3 anni Maria insieme a uno dei tre figli e alla nuora è tornato a Cronaca Flegrea per lanciare un nuovo appello con la speranza di fare luce su quella morte ancora avvolta da tanti interrogativi. Si cercano testimoni che a distanza di 8 anni potrebbero far riaprire il caso. Tre anni fa, dopo un nostro articolo, una persona si fece avanti raccontando una sua versione dei fatti. Ma serve altro, servono testimoni oculari per aiutare la famiglia a ricostruire l’accaduto. «Vogliamo rivolgere un appello a chiunque ha visto assistere allo schianto o conoscere i fatti di contattarci. Dopo 8 anni non conosciamo nulla di quell’incidente, ancora non sappiamo le cose come sono andate. Non ci interessano le assicurazioni, non vogliamo niente se non la verità» ripetono i familiari.

L’APPELLO – Procolo Migliaccio aveva 36 anni, era fidanzato, viveva con i genitori a Quarto, in via Viticella, e lavorava come autotrasportatore per una ditta di calcestruzzi dell’area flegrea. Fu coinvolto in un incidente mentre tornava a casa in sella alla sua motocicletta, una Buell di colore nero, nei pressi di una clinica privata lungo la strada che da Napoli porta alla Solfatara. Morì dopo un’inutile corsa all’ospedale San Paolo di Napoli. «L’unica cosa che sappiamo è della presenza di due automobili che sarebbero rimaste coinvolte nell’incidente, prima sequestrate e poi dissequestrate dopo 5-6 mesi. Sul luogo dell’incidente c’era una telecamera che purtroppo non ha registrato. Sulla targa della moto c’era un’ammaccatura con della pittura bianca simile a quella delle due macchine sequestrate. Particolari che purtroppo non sembrano essere serviti a nulla. Ma mio figlio non è morto da solo. Vi prego aiutatemi. Ho un figlio di 36 anni sotto al terreno e non voglio morire senza sapere la verità».