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POZZUOLI/ Per 30 anni è assegnatario di alloggio popolare, ma aveva un’altra casa

POZZUOLI/ Per 30 anni è assegnatario di alloggio popolare, ma aveva un’altra casa
  • Pubblicato24 Giugno 2017

POZZUOLI – Per 30 anni un puteolano è stato assegnatario di un alloggio popolare a Monterusciello, fino a che non si è scoperto essere proprietario di un’altra casa. Il Comune gli ha quindi revocato l’assegnazione, ed il caso è finito in tribunale. I magistrati del Tar che si sono interessati della vicenda, però, hanno deciso che tutto dovesse essere discusso davanti al giudice ordinario. Ci vorrà ancora tempo, dunque, per scrivere la parola “fine” ad una storia iniziata nel 1987, anno nel quale viene decisa l’assegnazione di un alloggio di via Brancati, nel popoloso quartiere.

PROPRIETÀ NON DICHIARATA – Dai controlli è poi emerso che nel 2002 l’assegnatario era diventato proprietario di un’abitazione a via Fasano, assieme alla moglie. Tutto ciò, però, non sarebbe mai stato dichiarato, secondo la tesi dell’ente. Tanto che nell’ultima dichiarazione resa dall’assegnatario, risalente al 2015, «nulla si rinveniva in esito al fatto che l’attuale ricorrente – si legge nella sentenza della Quinta sezione del Tar Campania al quale il puteolano si era rivolto per annullare la decadenza dell’assegnazione – nel 2002 era divenuto proprietario, insieme al coniuge, di un immobile destinato a civile abitazione».

ALLOGGIO NEMMENO UTILIZZATO – Iniziano anche i sopralluoghi e controlli da parte della polizia municipale e dei tecnici di via Tito Livio, durante i quali si «constatava altresì che l’abitazione oggetto di assegnazione non veniva più utilizzata a scopi abitativi, né dal ricorrente né dal suo nucleo familiare; – che in definitiva la decadenza dall’assegnazione è stata dichiarata non solo, e non tanto, per essere risultato l’assegnatario proprietario di altro alloggio […] ma anche, e soprattutto, per esser riscontrato, in seguito a ripetuti sopralluoghi, il mancato utilizzo dell’immobile». Altri controlli hanno riguardato i consumi d’acqua, definiti “irrisori”. Nel febbraio scorso viene firmato il decreto di decadenza, contro il quale il puteolano ha fatto ricorso al Tar. Dopo aver esposto le proprie ragioni, il Tribunale amministrativo ha però stabilito di non essere competente in materia e che si dovrà andare davanti al giudice ordinario.