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Cronaca Primo Piano

POZZUOLI/ Parlano i pentiti di camorra: presi 2 killer dopo quasi 20 anni

POZZUOLI/ Parlano i pentiti di camorra: presi 2 killer dopo quasi 20 anni
  • Pubblicato11 Ottobre 2016

41383_omicidio_carabinieri-559x448POZZUOLI – Tornano a “cantare” i pentiti di camorra della mala flegrea. Dopo quasi 20 anni si fa luce sull’omicidio di Gennaro De Simone, cugino di Umberto De Simone detto “o’ stuort”. I killer di quell’agguato, che rientra nella guerra di camorra tra i clan Sebastiano-Beneduce e i Longobardi-Beneduce, furono Gianpaolo Villano detto “O biondo” e Alberto Cammino, a quei tempi schierati proprio con Domenico Sebastiano detto “Mimì cap ‘e mort” e Raffaele Bellofiore detto “Lelluccio ‘o biondo”, entrambi trucidati il 1 giugno d 1997 nel Rione Toiano.

12.10.2015 - UMBERTO DE SIMONE
Umberto De Simone

GLI ARRESTI – Gianpaolo Villano, accusato anche dell’agguato nei confronti di “Peppe o licc” e Alberto Cammino, arrestato per estorsione per conto del clan nel 2012, attualmente sono in carcere per una condanna per associazione camorristica. Entrambi lunedì 10 ottobre sono stati raggiunti dai carabinieri della Compagnia di Pozzuoli, diretti dal capitano Elio Norino, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, in quanto ritenuti responsabili dell’omicidio di Gennaro De Simone, avvenuto il 5 gennaio del 1997 nel quartiere di Monterusciello.

L’OMICIDIO – Gennaro De Simone fu ucciso in via Verga, nel quartiere di Monterusciello. Nell’agguato rimase ferito all’avambraccio destro e alla gamba sinistra Francesco Palumbo, che all’epoca gestiva il circolo dove si trovava De Simone, cugino del più noto Umberto De Simone detto “o’ stuort”, uomo di rilievo del clan Longobardi-Beneduce. Ma nonostante questa parentela Gennaro fu ritenuto all’epoca dei fatti estraneo alle dinamiche criminali di Pozzuoli: infatti si ipotizzò che fosse stato ucciso solo per essersi trovato nei pressi di un circolo, luogo di ritrovo di affiliati al clan Longobardi-Beneduce, nel momento in cui giungevano i killer del clan Bellofiore-Sebastiano che avevano ben altro obiettivo.

Giacomo Russolillo, condannato a 10 anni
Giacomo Russolillo, detto “O lastraro”

AUTISTA DI RUSSOLILLO– Solo successivamente, attraverso le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, si apprendeva che De Simone da poco tempo era l’autista di Giacomo Russolillo detto “O lastraro”, all’epoca dei fatti personaggio di assoluto rilievo nel panorama criminale puteolano e probabile vero obiettivo dei killer. Grazie, quindi, ai collaboratori di giustizia, all’epoca schierati nell’una e nell’altra compagine criminale, si è riusciti a ricostruire nei dettagli la dinamica di tale agguato, il movente e gli esecutori materiali.

I PENTITI – Il nome di Gianpaolo Villano è associato anche all’agguato nei confronti di Giuseppe Trincone detto “Peppe o licc”. Di lui ne parlarono i collaboratori di giustizia Antonio Perrotta e Alessandro Lucignano che raccontarono: «Fu ferito da Giampaolo Villano. Io e Beneduce sapemmo dell’agguato mentre eravamo in Francia, perché il Beneduce ricevette una telefonata, non so da parte di chi» disse il primo, mentre Lucignano raccontò di aver assistito all’agguato consumato nel Rione Toiano durante il quale Trincone fu ferito al petto «Io ho assistito personalmente all’agguato,  poiché mi trovavo davanti al bar Fiore[…]sentii sparare, andai sul posto e vidi Trincone che era stato ferito al petto. Vidi anche la macchina che erano arrivati che una Fiat Uno turbo di colore grigia di proprietà di Giampaolo ‘o biondo».