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POZZUOLI/ Nuovi guai per “Lady Usura”: sequestrati appartamenti, garage e magazzini

POZZUOLI/ Nuovi guai per “Lady Usura”: sequestrati appartamenti, garage e magazzini
  • Pubblicato10 Ottobre 2014

di Gennaro Del Giudice

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Vera De Mari, 57 anni

POZZUOLI – Avevano un tenore di vita elevato, immobili per quasi 1 milione di euro composti da 2 appartamenti, 2 garage e 3 magazzini di proprietà ma dichiaravano poche migliaia di euro di reddito. Una condizione di vita “anomala” che ha portato nuovi guai per Vera De Mari, 57 anni, alias “Lady Usura” e il figlio Gennaro  De Simone, 39 anni, arrestati all’alba del 19 novembre scorso a Pozzuoli in un’operazione che sgominò un’autentica holding dell’usura che portò in manette 9 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere operante sotto l’influenza del clan “Longobardi-Beneduce”, finalizzata ai reati di usura ed estorsione, con l’aggravante delle finalità mafiose.

 

IL SEQUESTRO DEI BENI – Nei confronti di madre e figlio i carabinieri della Compagnia di Pozzuoli diretta dal Capitano Elio Norino hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo ai fini di confisca emesso dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale direzione distrettuale Antimafia di 7 beni immobili (di cui 2 appartamenti, 2 garage e 3 magazzini), per un valore complessivo pari a 950mila euro circa a loro intestati. Gli accertamenti di natura patrimoniale, condotti da maggio 2013 a febbraio 2014 dal citato nucleo, hanno consentito di documentare la forte sperequazione tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita degli indagati ed accertare l’illecita provenienza dei capitali impiegati per l’acquisto dei 7 immobili sequestrati.

 

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Gennaro De Simone, 39 anni

GANG DELL’USURA – “Lady Usura” e il figlio Gennaro appartenevano ad una holding capeggiata proprio da Vera e composta da altre 4 donne. Le indagini, iniziate nel settembre del 2012 in seguito alla denuncia da parte di una vittima finita nella rete della “Holding De Mari” detta anche “Bebbè”, avevano portato alla luce 16 casi di usura nei confronti di altrettante vittime. Gli inquirenti hanno potuto appurare il ruolo di leader di Vera De Mari, puteolana di 56 anni e cognata di Umberto De Simone, elemento di spicco del clan Longobardi – Beneduce e attualmente agli arresti domiciliari a seguito della condanna a 8 anni e 5 mesi in appello al processo “Penelope”. Numerose le intercettazioni telefoniche in cui gli aguzzini facevano riferimento proprio ai legami con De Simone per fare pressione e intimorire le vittime.

 

MINACCE E AGGRESSIONI – Vera De Mari è  ritenuta dagli inquirenti “quale promotrice ed organizzatrice dell’associazione che dava vita ad una capillare rete di debitori cui elargiva prestiti a tassi usurari pari al 60% annui” – come si legge nelle 99 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal GIP del tribunale di Napoli Vincenzo Alabiso. Agghiacciante un passaggio di una intercettazione in cui Lady Usura minaccia e aggredisce una vittima «Allora mi devi dare 1260 euro entro il 17 dicembre sennò ti faccio ‘o fuosso a te e a… – urlava Vera De Mari colpendo con due schiaffi la vittima – allora mi vuoi sfidare? Digli a quei bastardi degli amici tuoi carabinieri che io li tengo sott’e scarpe mie e che tengo a gente aret’ a m, non mi fanno paura….»  Secondo gli inquirenti la donna, unica persona ad erogare denaro, in alcuni casi aveva chiesto un interesse del 100% annuo anche per prestito di appena 200 euro. A darle man forte c’erano anche le altre 4 donne che ricoprivano il ruolo di “esattrici”. «Con l’attuale crisi economica per 5mila euro si trova facilmente una persona disposta a sparare a qualcuno» diceva De Mari ad una vittima impossibilitata a pagare le rate del suo “prestito”. «Se non paghi succede la guerra, vedi di non farti vedere per strada alle fermate del pullman…tengo gente aret a me».