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POZZUOLI/ L’ultimo saluto a Vincenzo Iacono. Il Vescovo: «Una ferita nella carne viva»

POZZUOLI/ L’ultimo saluto a Vincenzo Iacono. Il Vescovo: «Una ferita nella carne viva»
  • Pubblicato15 Giugno 2012
Il feretro che esce dalla Chiesa Santa Maria degli Angeli

POZZUOLI –  Un silenzio assordante ha accompagnato l’ultimo saluto a Vincenzo Iacono, il 36enne di Pozzuoli morto durante il sisma in Emilia. E una città intera che questa mattina si è stretta intorno al dolore della moglie, dei genitori e delle figliolette di Enzo. Erano in tanti, oltre 300 nella Chiesa di “Santa Maria degli Angeli” nel quartiere  di Monterusciello, proprio a pochi passi dalla casa dove Enzo è cresciuto prima di lasciare Pozzuoli per trovare lavoro in Emilia.

Vincenzo Iacono

UN SILENZIO ASSORDANTE – Il dolore e la commozione presenti oggi sono proporzionati all’affetto che il giovane puteolano ha saputo dimostrare ed ispirare a chi lo ha conosciuto. Ironia della sorte Enzo aveva lasciato Pozzuoli, zona sismica, per morire proprio a causa di un terremoto, che ha colpito l’Emilia proprio mentre lui era al lavoro. Alle esequie erano presenti le massime cariche della città di Pozzuoli:  il Sindaco, il Comandante dei Carabinieri e il Comandante della Polizia Municipale che ha istituito un picchetto d’onore accanto alla bara.  La salma è arrivata in Chiesa alle ore 10, un’ora di un silenzio assordante ha separato l’arrivo del feretro dall’inizio della funzione sacra, celebrata dal Vescovo di Pozzuoli Monsignor Gennaro Pascarella e dal parroco don Gennaro Leone. Un’ora di silenzio rotta solo dai pianti e dai singhiozzi che scioglievano il dolore dei presenti.

“UNA FERITA NELLA CARNE VIVA” – Essenziale l’omelia del Vescovo che non ha nascosto il dolore che una tragedia del genere lascia nel cuore dei cari anche se pieni di fede: «Anche per chi ha fede una morte del genere è una ferita sulla carne viva – ha detto ai presenti il prelato che ha poi tacciato la strada per la consolazione –  L’amore è il fine ultimo, è l’unica strada che possiamo percorrere». 

ANGELO GRECO