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POZZUOLI/ Il ricordo di Cicciotto D’Isanto, dirigente sindacale della Cgil Flegrea e figura storica del movimento operaio puteolano

POZZUOLI/ Il ricordo di Cicciotto D’Isanto, dirigente sindacale della Cgil Flegrea e figura storica del movimento operaio puteolano
  • Pubblicato21 Marzo 2012
Cicciotto D'Isanto è stato un esponente del movimento operaio puteolano

POZZUOLI –  Due settimane fa è morto un grande. Un vero punto di riferimento per noi che l’abbiamo conosciuto e apprezzato. Si è spento silenziosamente, lasciando attorno a se soltanto buio e vuoto. Un uomo dalla lunga vita, volta tutta nel segno della giustizia morale e dell’onestà intellettuale, è purtroppo scomparso per sempre. Lui, interlocutore sincero e appassionato per tutti coloro che si interrogavano sul proprio passato e per chi ha avuto bisogno di aiuto per comprendere il presente, ci ha impietosamente lasciati, colpito dalla malattia come da folgore improvvisa. L’uomo che ha dato con la sua intransigente moralità un onore concreto all’impegno (non solo locale) sindacale e sociale, che con la sua voce e la sua testimonianza di vita ha fatto rivivere ideologie lontane tanto da rischiare la propria vita per difendere la verità, non c’è più. Una grave perdita e un immenso lutto per tutti i puteolani.

CHI CI ILLUMINERA’  più nella ricerca del significato della contemporaneità attraverso gli impetuosi decenni trascorsi, con chi potremo confrontare le nostre idee sul lungo decorso della storia umana, chi dipanerà davanti ai nostri occhi le oscure matasse della politica fino a renderle chiare? Di chi potremo completamente fidarci sulle delicate questioni che ogni giorno subissano la nostra mente? Certo questo piccolo grande uomo non potrà mai essere dichiarato santo, da laico ribelle qual  era, ma una cosa è sicura: persone oneste, corrette, e giuste come lui ce ne sono poche e ce ne saranno sempre meno, un uomo dall’indubbia integrità morale al quale possiamo e dobbiamo tributare tutta la nostra ammirazione e la nostra stima. Un uomo degno di essere ricordato dai posteri e indicato come esempio di rettitudine. Affettuoso con gli amici, gentile con chi sbagliava, e severo con chi persevera nell’errore, un uomo che si è mostrato se stesso sia con i potenti sia con gli umili, chi troveremo che possa sostituirlo

ULTIMO BALUARDO  di una cultura sana, nemico dello sfrenato modernismo, a quale sostegno potranno più appigliarsi i suoi amati concittadini in questo frenetico ventunesimo secolo? Mentre venivo informato della luttuosa notizia da un amico comune, aprendo casualmente un libro, il mio dito è caduto su una frase che in quel momento non poteva essere più appropriata: “I maestri sono rari. E ogni volta che ne muore uno, il vuoto è grande e la tristezza infinita.

LE PAROLE DI CICCIOTTO –  Un giorno, dopo una approfondita disquisizione tematica fra noi due su che cosa c’è oltre la morte, “Cicciotto”, non molto incline a credere nel trascendente, mi disse: “Tutti noi siamo comunque immortali perché tutto quello che succede dopo di noi porta, indiscutibilmente, una nostra impronta. Ecco quindi lo scopo: trasmettere qualche cosa, portare un piccolo contributo positivo in avanti: l’educazione dei figli, la coltivazione dell’amicizia, del rispetto dei nostri interlocutori, l’esempio dell’onestà, dei valori, l’amore per la cultura, il sapere, l’arte….tutti piccoli contributi positivi che portano gocce, tante gocce alla crescita del genere umano (anche il mare è fatto di piccole gocce). Ecco, concludeva, di ognuno di noi muore il corpo, ma non la sua impronta”. Giusto, caro Cicciotto, la tua impronta difatti rimarrà un insegnamento ed un esempio indelebile per tutti noi e per molti altri che non sono ancora qui ma che ti conosceranno attraverso le nostre rievocazioni.

 “Nel Tuo ultimo viaggio, nella speranza (ma di questo ne siamo assolutamente certi) che il Signore Ti conceda il supremo perdono, stretti in un’incontenibile commozione, ed ancora increduli, non possiamo che ripetere nuovamente con profonda gratitudine: Ora, riposa in pace, te lo meriti… e perdonaci se non ti abbiamo lasciato andare senza dolore. Ciao compagno Cicciotto!”

CARLO PARETO