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POZZUOLI/ Grande successo per il “Teatro a Monterusciello”

POZZUOLI/ Grande successo per il “Teatro a Monterusciello”
  • Pubblicato29 Agosto 2016

20160828_210715POZZUOLI – Grande successo per il “Teatro a Monterusciello”. L’evento, promosso dalla Direzione Artistica e patrocinato dal Comune di Pozzuoli in collaborazione con associazioni e privati tra cui “Pozzuoli Jazz e Conversation” e “L’Iniziativa” ha visto un importante riscontro di presenze, segnale della voglia delle periferie di partecipare alla “vita culturale” della città.

IN CENTINAIA – Quasi 300 le persone intervenute nell’insolito scenario della piazza antistante gli uffici dell’Asl in via Capuana per assistere al programma della manifestazione. Due gli spettacoli, della durata di un’ora circa ciascuno e che hanno tenuto incollati gli spettatori ai propri posti. Grande la soddisfazione degli organizzatori che più volte prima e dopo le kermesse hanno auspicato come la serata di ieri potesse essere solo un punto di partenza per una programmazione culturale più completa e più efficace.

20160828_212423GLI SPETTACOLI – Ad esibirsi per primi sono stati Pasquale Ioffredo, Demi Licata e Mauro Di Rosa dell’associazione En Art che con “Soul Pezzul” hanno presentato uno spaccato di puteolanità ripercorrendo eventi della storia moderna della città flegrea come il momento dell’incendio della Cattedrale di San Procolo. Toccanti ed esilaranti insieme, i tre attori sono riusciti a narrare pezzi di “folklore” unici dal “rap del contronomi” messo in scena da Ioffredo al toccante racconto di Licata sulle “anime del purgatorio”, fino alla “radiocronaca” di Di Rosa sullo sgombero del Rione Terra visto dall’allora sindaco Gentile. Tutto impreziosito dalle musiche di Pino Ruffo. A seguire il monologo di Carmine Borrino “Francischiello”. Borrino ha raccontato gli ultimi momenti del “Regno delle Due Sicilie” visto con gli occhi di “Fracischiello”, l’ultimo re del regno. Uno studio shakespeariano che parte dall’approfondita ricerca sulla figura di Francesco II di Borbone e approda alla sovrapposizione “spettrale” col giovane principe di Danimarca. I rapporti drammaturgici dell’Amleto di Shakespeare che si fanno pre-testo per raccontare, combaciando alla perfezione, con ciò che accadeva alla corte di Napoli nell’estate del 1860. Due lavori “importanti” che hanno dimostrato quanto le periferie abbiano sete di “cultura” e quanto gli eventi possano essere divisi con successo sul tutto il territorio cittadino e non solo concentrati nel “centro”.