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POZZUOLI/ Gli studenti scoprono lo stato d’animo dei detenuti – LE FOTO

POZZUOLI/ Gli studenti scoprono lo stato d’animo dei detenuti – LE FOTO
  • Pubblicato13 Marzo 2014
Presentato al carcere di Pozzuoli il libro "Fine pena mai"

di Violetta Luongo
POZZUOLI –
“Il penitenziario è un magazzino di carne umana”, un detenuto così definisce la sua esperienza detentiva. C’è chi si è rassegnato, chi ha perso la speranza e chi parla di sogni interrotti. Sono stati d’animo, emozioni, angosce, paure, sentimenti provati all’interno delle carceri  italiane. Lettere scritte dai detenuti e raccolte nel libro “Fine pena mai” di Tina Cioffo, Alessandra Tommasino e Francesco Diana, edizioni la Meridiana, presentato oggi al Carcere femminile di Pozzuoli. A fare gli onori di casa la direttrice della casa circondariale, Stella Scialpi: «Il titolo del libro evoca in maniera efficace la condizione drammatica del recluso e soprattutto dell’ergastolano, dà il senso tangibile dell’impotenza, dell’irrimediabilità e della perdita di speranza che queste persone si trovano a vivere, ma al contempo è provocatorio, visto che questa allocuzione è in antitesi alla funzione del carcere che dovrebbe essere rieducativa e di recupero dei detenuti»

UN TESTO PER LE NUOVE GENERAZIONI – «Il testo nasce da un concorso letterario rivolto a tutti i penitenziari d’Italia – spiega una delle autrici Cioffo – bisogna comprendere cosa significa la vita in carcere. Il libro serve per stabilire un ponte tra il fuori e il dentro degli istituti, c’è un “prima” con il reato, un “durante” con la pena detentiva e un “dopo” con la scarcerazione. La società civile e libera deve attivarsi per quel “dopo” per aiutare il reinserimento riabilitando i detenuti così da evitare che delinquino di nuovo».

DEDICATA A DANIELE DEL CORE – All’iniziativa, organizzata dal presidio di Libera Campi Flegrei, dedicato a Daniele Del Core, vittima innocente della criminalità, ha partecipato una delegazione di studenti dell’Isis Tassinari, attenti ed emozionati durante la lettura di alcune lettere. E proprio a loro, agli studenti, ai giovani, il piccolo libello è rivolto con storie di amicizia, crimini, dolori e sentimenti. Presenti inoltre il magistrato della DDA di Napoli Cesare Sirignano, Bruno Vallefuoco e Carmen Del Core, rispettivamente referente per la memoria nazionale e territoriale di Libera, incontro moderato dal giornalista Ciro Biondi. «Le condizioni di vita dei detenuti è molto dura e di forte disagio, – conclude il Pm Sirignano –  il carcere è diventato un luogo dove vengono abbandonati i soggetti considerati da emarginare, invece gli istituti devono garantire la riabilitazione e il recupero degli individui e il loro reinserimento in società».

LE FOTO (di Angelo Greco)

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