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POZZUOLI/ Giunta “monca” e malumori, ma Figliolia pensa al (suo) futuro

POZZUOLI/ Giunta “monca” e malumori, ma Figliolia pensa al (suo) futuro
  • Pubblicato31 Luglio 2017
in alto da sinistra: Gerundo, Aulitto e Attore in basso da sinistra: Zabatta, Moccia de Fraia e Liguori

POZZUOLI – Dopo 50 giorni Figliolia ha nominato la nuova Giunta comunale. Nonostante l’ampia vittoria elettorale, con una maxi coalizione che ha portato a casa il 72% dei voti, il sindaco di Pozzuoli è arrivato al 31 luglio per distribuire le deleghe a 6 assessori, consegnando alla città un esecutivo monco per problemi di ordine politico. Infatti il settimo assessore non è stato nominato a causa di dissapori con “Campania Libera” e con il neo presidente del consiglio Luigi Manzoni, eletto durante l’assise di oggi. Così Figliolia ha tenuto per sè le deleghe alla Polizia Municipale, Sport, Politiche Sociali, Commercio, Mercati e Attività produttive.

LA “EX” DI LETTIERI – Tra i neo assessori c’è l’ex coordinatrice della campagna elettorale di Gianni Lettieri a Napoli, nonchè tra i promotori della costituente “Campo Progressista” di Giuliano Pisapia, Fiorella Zabatta (nominata vicesindaco) e l’ex assessore della Giunta-Giacobbe (2008-2010) Vincenzo Aulitto, a cui sono andati i lavori pubblici. Confermato all’Urbanistica Roberto Gerundo, gli altri tre neo assessori sono: Anna Maria Attore, a cui è andata la delega all’Istruzione; Gian Luca Liguori, che ha ricevuto la delega al Bilancio; e Maria Teresa Moccia de Fraia, a cui è andata la delega alla Cultura.

Figliolia insieme a Maione

FIGLIOLIA E IL FUTURO – Una Giunta nata ad immagine e somiglianza di Figliolia, che ha voluto accontentare tutte le forze politiche della coalizione, perché lo sguardo è rivolto anche e soprattutto verso il futuro: costruire una grossa forza politico-elettorale che dovrà accompagnarlo in Regione o in Parlamento, le uniche due mete raggiungibili per un sindaco giunto al suo secondo ed ultimo mandato. Forze politiche, per ora coese, anche loro già proiettate al futuro, con i vari “capibastone” che stanno preparando il terreno per il “dopo-Figliolia”, quando i vari Michelangelo Luongo, Filippo Monaco, Paolo Tozzi, Salvatore Maione e i “pezzi da 90” del PD rivendicheranno una candidatura a sindaco.

Figliolia con Peretti

GLI SPONSOR – Ma, tornando all’attualità, la notizia è che finalmente è nata la nuova Giunta Figliolia, dopo un casting durato giorni e con almeno 25 nomi in lizza. Una lunga serie di curriculum passati ai “raggi X” dal sindaco che ha selezionato e scartato, arrivano a scegliere Fiorella Zabatta, sponsorizzata dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli e dal professor Vincenzo Peretti, che ha prevalso su Postiglione e Musella, nomi presentati dai consiglieri Tozzi e De Simone; o come nel caso di Maria Teresa Moccia de Fraia, nome che ha prevalso su altri 5 tra cui quello di Varriale, il cui “sponsor” era il consigliere Pafundi.

Mario Cutolo

IL CASO MANZONI – A tenere banco però è stato il caso-Manzoni. L’ex delfino di Figliolia è stato eletto presidente del consiglio al terzo scrutinio con 15 voti su 25. Nello specifico 15 preferenze sono andate a Manzoni, 5 a Cossiga attorno al quale si è compattata l’opposizione, 3 voti a Figliolia e 2 schede bianche. E proprio su questi ultimi 5 voti che è nata la polemica. Infatti le 2 schede bianche sarebbero arrivate da “Campania Libera”, ormai in rottura con Figliolia già in fase di pre-campagna elettorale, quando il sindaco aprì la coalizione a Monaco e Maione. Crisi inasprita dal modus operandi adottato dal sindaco per la scelta degli assessori, che non ha voluto in Giunta né eletti né candidati non eletti, lasciando così fuori dall’esecutivo Mario Cutolo e impedendo l’ingresso in consiglio comunale a Enrico Russo.

Luigi Manzoni

DIMISSIONI – Tornando a Manzoni, il consigliere anziano anziché votare per sé stesso, insieme ai consiglieri del suo gruppo Maria Rosaria Testa e Salvatore Caiazzo, ha votato “Figliolia” lanciando un segnale chiaro: “non mi interessa fare il presidente del consiglio, voglio anche un assessore” rivendicando una maggiore visibilità forte di essere il rappresentante, all’interno del PD, di un gruppo composto da 3 consiglieri (su 7). Una crisi all’interno della maggioranza che vede Campania Libera in una posizione ancora non definita e che potrebbe essere acuita dalle clamorose dimissioni da parte dello stesso Manzoni, che potrebbe lasciare (e sarebbe un record) la poltrona di Presidente del Consiglio.