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POZZUOLI/ Finanziamenti nelle scuole? Lo decide un test e gli studenti protestano

POZZUOLI/ Finanziamenti nelle scuole? Lo decide un test e gli studenti protestano
  • Pubblicato13 Maggio 2014
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La protesta degli alunni delle scuole flegree contro il test Invalsi

di Stefano Erbaggio
POZZUOLI –
Oggi gli studenti che frequentano le classi della scuola secondaria di secondo grado dovranno affrontare le prove Invalsi. Lo scopo è valutare la preparazione degli studenti e quindi l’efficienza dei vari istituti scolastici, sulla quale dovrà basarsi l’erogazione dei finanziamenti al sistema scolastico.Vari sono i collettivi che si sono organizzati per protestare contro la prova.

SISTEMA MERITOCRATICO? – Abbiamo intervistato alcuni ragazzi, appartenenti a diversi istituti superiori di Pozzuoli, per capire come gli studenti vivono questi test e cosa ne pensano.  All’istituto “Virgilio”, Procolo spiega che «la prova mi è indifferente, non incide sul voto e penso che protestare sia inutile, non ci sarebbero comunque fondi maggiori». Secondo Ugo «potrebbero avere un’utilità statistica, ma non sono sicuramente un valido strumento meritocratico». Roberto sostiene che «non servono, sono spese inutili. Le stesse risorse potrebbero essere investita in maniera diversa. Però la protesta è inutile se non è partecipata».

AZIONI DI PROTESTA – Salvatore, dell’istituto “Majorana” si chiede «a cosa servono realmente: se è per una statistica non ha senso, mi preparo appositamente per la prova». All’istituto Pareto c’è Davide. «Il giorno in cui ci saranno le prove – spiega – noi studenti non entreremo, come forma di protesta, perché non possiamo essere valutati da un sistema privo di ragionamento come quello delle invalsi». Roberta è più titubante. «Non so a cosa servono davvero le invalsi – racconta – penso siano difficili da svolgere, anche per me che ho una buona media. Mi sono comunque indifferenti perchè non influiscono sulla media scolastica».

SCUOLA COME LUOGO DI SFIDA – Interviene anche Manuel Iannuzzo, uno dei rappresentanti d’istituto. «L’obiettivo dovrebbe essere quello di destinare più fondi agli istituti che avranno un punteggio elevato. La scuola – spiega – diventerà quindi un luogo di sfida tra i vari istituti. Inoltre il metodo di giudizio utilizzato è privo di senso, dato che lo svolgimento delle prove non prevede alcun tipo di ragionamento, poiché sono dei test a risposta multipla che i ragazzi dovranno affrontare in pochissimo tempo. Per questo motivo – conclude il giovane – il 13 boicottiamo le prove invalsi e scendiamo in piazza. La scuola è degli studenti, non dei padroni».