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POZZUOLI/ Dipendenti della Ctp in rivolta, autobus ancora fermi

POZZUOLI/ Dipendenti della Ctp in rivolta, autobus ancora fermi
  • Pubblicato28 Settembre 2018

POZZUOLI – Tutti in strada per salvare la Ctp. Nuova manifestazione di protesta in piazza Matteotti a Napoli: in prima linea i dipendenti dell’azienda di proprietà dell’ex Provincia e i pendolari, soliti usufruire del trasporto ‘su gomma’. La Ctp, ormai ferma completamente da 18 giorni, non vede ad oggi uno sbocco che metta fine alle sofferenze dei lavoratori e dei cittadini utenti. Occupata due sere fa la sala Borsellino di piazza Matteotti presso la Città Metropolitana di Napoli. «Ancora una volta la Città Metropolitana – spiegano Alfonso Langella, segretario generale Fit Cisl Campania, e Ciro Montella, dipartimentista Fit Cisl della Ctp – disattende gli impegni presi con i lavoratori. Ci hanno comunicato che non verranno pagati gli stipendi entro il 5 ottobre, come promesso, e soltanto ieri hanno versato ai lavoratori lo stipendio di agosto. Questo si aggiunge ai sei mesi di arretrati sui blocchetti dei ticket pasto. Chiediamo le dimissioni dell’amministratore di Ctp Gianluca Iazeolla, del vicesindaco metropolitano Salvatore Pace e del consigliere delegato ai Trasporti Giuseppe Cirillo. Nelle ultime tre riunioni né Cirillo né il sindaco metropolitano de Magistris, del quale chiediamo un intervento urgente, si sono degnati di presentasi al tavolo con i sindacati»

LO SCIOPERO – Oggi è stato proclamato anche uno sciopero del trasporto pubblico locale per tutte le aziende più grandi del territorio: Ctp, Anm ed Eav. Un venerdì nero, dunque, per i pendolari. Gli autobus sono fermi nei depositi per carenza manutentiva dovuta sempre alla crisi finanziaria. A pagarne le conseguenze sul territorio di Pozzuoli soprattutto i quartieri periferici di Monterusciello e di Licola. L’Unione Sindacale di Base invoca, intanto, un incontro diretto e urgente con il sindaco metropolitano Luigi de Magistris affinché «si metta fine a questa tragica problematica che vede coinvolte oltre 700 famiglie e la mancata mobilità del cittadini».