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POZZUOLI/ Crisi Rione Terra, scatta la cassa integrazione per i lavoratori

POZZUOLI/ Crisi Rione Terra, scatta la cassa integrazione per i lavoratori
  • Pubblicato20 Ottobre 2013
Da lunedì 50 operai del Rione Terra in cassa integrazione straordinaria

POZZUOLI – Scatta la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori del Rione Terra. Da oggi (lunedì 21 settembre) i primi a sottostare al provvedimento sono i 50 operai della ditta Fipa, la settimana prossima anche i 40 di Igeca avranno la stessa sorte. «Si tratta di un sostegno al reddito dei lavoratori – spiega il segretario regionale Fillea Cgil, Giovanni Sannino – erogato dall’Inps sulla base di un riconoscimento di una momentanea crisi del cantiere per permettere la realizzazione del lotto 10 che consentirebbe la continuità lavorativa di tutti dipendenti ancora per un anno».

EVITATO IL LICENZIAMENTO – Una soluzione necessaria in attesa che il decreto sblocchi i 30milioni promessi al cantiere, decreto non ancora emanato dal governo per effetto del patto di stabilità. «Siamo stati costretti a chiedere il ricorso alla cassa integrazione – continua il segretario sindacale – per evitare il licenziamento dei lavoratori in esubero, ossia il 70 per cento di loro, a causa del procedimento di mobilità avviato mesi fa. La ditta Igeca, appaltatore del consorzio Fipa ci ha chiesto una pausa di riflessione di 72 ore prima di siglare l’accordo della cassa integrazione, ma siamo certi che collaboreranno. Essa è uno strumento per tutelare il loro reddito e per interrompere il procedimento di mobilità che avrebbe causato il licenziamento senza alcuna alternativa».

RABBIA DEI LAVORATORI – Un provvedimento che non risolve la vertenza, si attende che la Regione convochi un tavolo prefettizio che definisca i tempi dell’operatività del decreto governativo. Ma nell’attesa sale la rabbia e la frustrazione degli operai che ogni giorno si recano in un cantiere che va avanti a fatica da anni, amarezza per il fatto che non riescono a completare e vedere conclusa un’opera che nei fatti rischia di rimanere incompiuta. «Una situazione complessa che soffre di una crisi profonda del settore, non ci sono più quelle imprese solide, come nel passato, con una loro autonomia finanziaria, ora c’è una filiera in cui ognuno è collegato all’altro, i lavoratori non ricevono i soldi da Igeca che a sua volta vanta crediti da Fipa che non li ottiene dalla Regione Campania. – conclude Sannino – Siamo riusciti a ottenere il pagamento dell’impresa sbloccando 1 milione e 400mila euro che i lavoratori vantavano da luglio ma bisogna ottenere assolutamente i 30milioni dalla Regione sennò si rischia di lasciare la Rocca incompiuta e questo non ce lo possiamo permettere».

VIOLETTA LUONGO