Close
In Evidenza Notizie flash

POZZUOLI/ Camorra, i boss alla vittima «Devi darci 5mila euro a Natale, Pasqua e Ferragosto»

POZZUOLI/ Camorra, i boss alla vittima «Devi darci 5mila euro a Natale, Pasqua e Ferragosto»
  • Pubblicato13 Gennaio 2015
Gaetano Beneduce
Il capo clan Gaetano Beneduce

POZZUOLI – “Gli amici di Pozzuoli”. Nel racconto di un impreditore venivano definiti così gli estorsori: Gaetano Beneduce, Gennaro Longobardi e Giacomo Russolillo. L’uomo raccontò il “rapporto” della sua famiglia con i 3 fin dall’inizio, addirittura nel 1993. Ecco quali furono le parole dell’uomo: «Si presentarono due ragazzi, a bordo di uno scooter e l’altro entrò e si presento a nome “degli amici di Pozzuoli” che ci volevano parlare. Conoscendo il luogo dell’appuntamento io e mio padre ci siamo recati nella villa comunale. Appena varcato il cancello d’ingresso notammo tre persone che parlavano, uno di loro si staccò dal gruppo e venne da noi. Rivolgendosi a mio padre gli disse: “Ci dovete dare 100 milioni di lire una tantum perché in dieci anni non avete mai pagato nulla. Poi stabiliamo una quota da dividere in tre rate”.

 

ESTORSIONE A RATE – Mio padre riferì che non avevamo quella somma e ci rispose: “Allora fate una cosa, vi diamo una settimana di tempo. Chiudete l’attività perché altrimenti qualcuno si fa male”. Mio padre insistette e poi lui, dopo aver parlato con gli altri due, disse: “Allora vi veniamo incontro, 30 milioni subito e 10 milioni l’anno divisi in 3 rate”. La persona che aveva colloquiato con noi, che poi ho saputo essere “Giacomino ‘o Lastraro”, mentre gli altri due sapemmo essere Gennaro Longobardi e Gaetano Beneduce, ci disse che ci saremmo rivisti dopo dieci giorni esatti…Mio padre, da solo, si recò nella villa e consegnò i soldi a “Giacomino ‘o Lastraro”…Negli anni successivi per tre volte l’anno: Natale, Pasqua e Ferragosto, continuammo a versare 10 milioni…Con l’euro diventarono 5mila euro…Col passare degli anni si susseguirono più soggetti. Venivano durante le feste, erano “gli amici di Pozzuoli”».