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POZZUOLI/ Beni archeologici, continua lo sfascio. Il turismo culturale è diventato un miraggio

POZZUOLI/ Beni archeologici, continua lo sfascio. Il turismo culturale è diventato un miraggio
  • Pubblicato17 Gennaio 2012
Il Tempio di Serapide in uno dei suoi allagamenti

POZZUOLI – É notizia di qualche giorno fa la chiusura dell’Antro della Sibilla per la caduta di alcune pietre al suo interno. All’Anfiteatro Flavio pare ci siano problemi di personale che ne pregiudicano la visitabilità; il Tempio di Serapide è invece sempre più ridotto a stagno; lo Stadio Antonino Pio rimane ancora chiuso; e al Rione Terra i lavori sono fermi. Lo stato dei beni archeologici e culturali a Pozzuoli forse sta conoscendo il suo punto più basso negli ultimi anni nonostante ci siano stati lavori di recupero e valorizzazione negli ultimi mesi. Pozzuoli ha un patrimonio archeologico secondo a poche città in Italia, sul territorio puteolano sorgono siti di importanza e fama mondiale che se valorizzati creerebbero un volano economico culturale e sociale per la città.

L’ANTRO DELLA SIBILLA E L’ANFITEATRO FLAVIO – L’ultima notizia in ordine di tempo è la chiusura dell’Antro della Sibilla per la caduta di alcune pietre di tufo dalla volta interna.  Uno dei simboli del Parco Archeologico di Cuma sembra diventato uno dei testimonial della scarsa manutenzione di tutto il prezioso archeologico di Cuma. Uno dei siti aperti è ben gestiti è invece l’anfiteatro Flavio, che però secondo recenti notizie negli ultimi tempi “se la passerebbe piuttosto male”. A quanto pare il personale a disposizione della Sovrintendenza è scarso e le viste al “Colosseo puteolano” stanno diventando sempre più complicate. Arene del genere in città come Taormina e Verona sono scenari di splendidi concerti ed eventi culturali, a Pozzuoli invece si è assistito solo a qualche sporadico evento senza alcuna sequenza logica.

Una veduta dall'alto dell'Anfiteatro Flavio (foto web)

IL TEMPIO DI SERAPIDE – Di abbandono soffre anche il Tempio di Serapide. Da ormai due anni combatte con l’acqua che si appantana costantemente a causa del mancato funzionamento delle pompe idrovore che dovrebbero portare fuori dal “Macellum Serapeo”. Compito che purtroppo da ormai due anni non riescono più a compiere a dovere. Il Tempio di Serapide proprio per il suo posizionamento, ( sorge nei pressi del porto della città), potrebbe essere una delle maggiori attrattive anche per quei turisti che arrivano a Pozzuoli solo per imbarcarsi verso le isole. Ma invece oggi sembra essere il simbolo delle mortificazioni che le bellezze archeologiche subiscono in città.

ANTONINO PIO– Lo Stadio Antonino Pio fu inauguarato in pompa magna dall’allora Sindaco Giacobbe ma il suo splendore ha avuto vita breve. Pochi mesi dopo la sua apertura infatti la mancanza di fondi ne hanno decretato la chiusura. Per molti mesi non solo i cancelli sono stati chiusi ma la manutenzione all’interno degli scavi è stata praticamente nulla, con le erbacce e la vegetazione spontanea che ne hanno oscurato la bellezza. Qualche mese fa il sito è stato ripulito ma i cancelli restano ancora chiusi. Eppure siamo dinnanzi ad uno dei pochissimi esempio di stadio dove si svolgevano le “eusebeya” quelle che possono considerarsi le olimpiadi dell’antica Roma.

Lo stadio Antonino Pio

IL RIONE TERRA – Per il Rione Terra sono state usate milioni di parole. I lavori di recupero dell’antica rocca sono attualmente fermi e non si sa quando potranno riprendere. Accantonato l’aspetto di sviluppo della città c’è da chiedersi perché da anni gli scavi archeologiche sotterranei siano chiusi, perché su un bene di interesse collettivo sia prevalso il solo interesse delle ditte che stavano ristrutturando il quartiere evacuato nel 1970. Senza poi parlare del Duomo, che con le due fondamenta “classiche” racconta tutta la storia della civiltà puteolana

INTERVENTI SCOORDINATI – Eppure qualcosa è sembrato muoversi: negli ultimi mesi, la pulizia dello stadio Antonino Pio, la riapertura di via Consolare Campana, i lavori attualmente in atto al Tempio di Apollo. Tutti lavori però scollegati tra loro, senza essere inseriti in un piano più complessivo di recupero e valorizzazione dei beni archeologici e culturali. Ad esempio non ha senso la riapertura di via Consolare Campana se poi viene lasciata nell’incuria la preziosissime Necropoli che è a soli due passi.

Il Rione Terra di Pozzuoli

IL PARCO ARCHEOLOGICO ATTREZZATO – Discorso a parte va poi fatto per l’ormai famigerato “Parco Archeologico Urbano Attrezzato” di Via Vigna. Il parco pare sia terminato ma non è stato ancora consegnato alla città . La sua costruzione è stata quasi un “rimborso” alla città dopo lo scempio archeologico portato dalla costruzione del ponte della variante COPIN. Oggi non è dato sapere cosa ci sia esattamente al suo interno e soprattutto quando la città potrà giovarne, a questo punto si apre un dubbio, ci sarò poi il personale per gestirlo? O ancora una volta ci si ripresenterà dinnanzi ad un sito chiuso?

MANCA UN INDIRIZZO DECISO – L’archeologia è una risorsa, economica, culturale e sociale, la sua valorizzazione e conservazione è fondamentale per il rilancio di Pozzuoli. Cosa fare dell’archeologia, come valorizzarla dovrebbe essere al centro di ogni programma di governo della città: invece nei programmi di chi si è proposto ultimamente a governare la città spesso si sono trovati solo vaghi e qualunquistici cenni. Occorre una svolta, in questo, campo per dare a sua volta una  svolta definitiva alla città.

ANGELO GRECO
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