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MONTE DI PROCIDA/ Amianto a Torrefumo, il maltempo ne “scopre” dell’altro

MONTE DI PROCIDA/ Amianto a Torrefumo, il maltempo ne “scopre” dell’altro
  • Pubblicato12 Settembre 2016

ami1MONTE DI PROCIDA – Torna l’amianto a Torrefumo. Frammenti del materiale inquinante, anche di grosse dimensioni sono spuntati nuovamente lungo la passeggiata che collega Acquamorta con il Lido Schiavone, a Miliscola, portati alla luce dalla mareggiata della domenica appena trascorsa che, oltre a riempire nuovamente la litoranea di detriti ha pure alzato il velo sulle scorie ancora presenti nell’area. «A Torrefumo tutto è come prima, più di prima e peggio di prima». Lo ha asserito la consigliera indipendente Paola Carannante, recatasi sul posto nel pomeriggio di ieri. E’ un vero e proprio inventario degli orrori, il suo, già ampiamente descritto nel mese di giugno scorso quando insieme ad un cittadino e alla nostra redazione segnalò la pericolosità di questi luoghi.

ami2TORNA L’AMIANTO A TORRREFUMO – Un’ostinazione che aveva “fruttato” l’interessamento dell’Asl Napoli 2 Nord, accorsa prontamente sul posto a confermare dopo opportune verifiche la presenza di materiali contenenti fibre in amianto crisotilo sul territorio. L’azienda sanitaria sollecitava così il Comune a provvedere nel più breve tempo possibile alla rimozione dei rifiuti speciali e pericolosi rinvenuti, procedere allo smaltimento degli stessi e bonificare l’intero sito, per le innumerevoli criticità emerse. «Da allora, però, nessuna misura concreta è stata adottata, ad eccezione di una rimozione a vista dell’amianto rinvenuto qui e lì. Anzi – aggiunge la consigliera Carannante – dopo l’interdizione dell’area, il Sindaco Pugliese ha altresì patrocinato un evento proprio nei pressi del laghetto di Torrefumo, in un luogo in cui le fibre in amianto dovevano essere probabilmente nell’aria. Una manifestazione organizzata da giovani talenti flegrei la cui salute, però, non può e non deve mai passare in secondo piano. E’ ben noto, oramai, che l’eternit, fortemente deteriorato e decomposto, rilascia le sue fibre letali e gli effetti di questo “mostro” apparentemente “dormiente” possono emergere anche dopo decenni».

Paola CarannanteLE OMBRE SUI GRANDI LAGHI – L’amianto continua dunque, imperterrito, ad inquinare mare e suolo. A questo punto, se non si interviene con tempestività e soprattutto con criterio per dare una soluzione appropriata e definitiva al problema, la prospettiva di andare incontro ad una nuova estate “all’amianto”, molto più preoccupante di quella passata, è reale. Ed è per queste ragioni che la consigliera Carannante batte forte il pugno, decisa ad approfondire un altro lato oscuro di questa faccenda: «in che modo sono stati effettuati gli interventi previsti in località Torrefumo dal progetto Grandi Laghi alla luce dello stato di degrado in cui versano la passeggiata ed il paesaggio circostante?». Come si ricorderà, infatti, soltanto pochi mesi fa sono terminati i “Lavori di pulizia straordinaria di coste, scogli e spiagge” che hanno interessato proprio l’area di Torrefumo. Il progetto, ideato dalla precedente Amministrazione, è stato finanziato con Fondi POR FESR 2007/2013 nell’ambito del Grande Progetto di “Risanamento ambientale e valorizzazione dei Laghi dei Campi Flegrei” dal costo pari a circa un milione di euro (1.043.755,22, per l’esattezza), e messo in esecuzione dall’Amministrazione Pugliese.

ami3“COME SONO STATI SPESI QUESTI SOLDI?” – «Fornitura e posa di massi; salpamento e risagomatura della scogliera; decespugliamento con raccolta e trasporto in discarica; raccolta rifiuti, classificazione e smaltimento», queste le operazioni previste ad Acquamorta e Torrefumo. «Come sono stati spesi tutti questi soldi? Possibile che dopo un intervento simile dobbiamo assistere a questi scempi? Chi ha controllato che i lavori venissero eseguiti ad hoc? Non possiamo permetterci di peccare di superficialità dinanzi ad una sì ingente somma di danaro. L’Amministrazione – conclude – ancora non ci ha spiegato perché c’erano prima e ci sono tutt’oggi ancora amianto ed altri rifiuti pericolosi dopo quelle operazioni».