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Città metropolitana

Le mani della camorra sulle pompe funebri Cesarano: sei arresti

Le mani della camorra sulle pompe funebri Cesarano: sei arresti
  • Pubblicato24 Ottobre 2019

CASTELLAMMARE DI STABIA – In data odierna i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari emessa dall’ufficio Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – nei confronti di Alfonso Cesarano (classe 58), Saturno Cesarano (classe 61), Alfonso Cesarano (classe 57), Giulio Cesarano (classe 61), Catello Cesarano (classe 89), Michele Cioffi (classe 75), ritenuti responsabili a vario titolo di concorso nel trasferimento fraudolento di valori,con l’aggravante dell’aver commesso il fatto per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite dell’associazione di tipo mafioso denominata clan D’Alessandro, nonché avvalendosi della forza intimidatrice della predetta organizzazione.

LE INDAGINI – L’odierno provvedimento trae origine da una più ampia ed articolata attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata dal 2013 al 2016. Sulla scorta degli elementi probatori acquisiti nel corso di quell’indagine, in data 31 Maggio 2016 è stato emesso avviso di conclusioni indagini preliminari nei confronti di Alfonso Cesarano (cl. 58), indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Alfonso Cesarano (cl. 58) – secondo gli inquirenti . è colui che ha gestito e gestisce “in maniera monopolistica” il settore delle onoranze funebri nel territorio di Castellammare di Stabia grazie alla protezione del clan, egemone, D’Alessandro. Dopo la notifica del citato provvedimento, Alfonso Cesarano (cl. 58)- che dal dicembre 2013 era titolare, unitamente a Alfonso Cesarano (cl. 57), Giulio Cesarano e Saturno Cesarano, ciascuno del 25% delle quote sociali della “Impresa funebre Cesarano Srl” – ha ceduto l’intera sua quota di partecipazione. Alla luce dei conseguenti accertamenti di polizia giudiziaria ed a seguito di plurimi servizi di osservazione, è stata accertata la costante presenza di Alfonso Cesarano (cl. 58) alla guida e gestione dell’impresa, segno tangibile che le quote sociali erano state solo fittiziamente intestate ai suoi congiunti al fine di sottrarle ad eventuali sequestri.

LO STRATAGEMMA – Approfondendo la situazione societaria della famiglia CESARANO, si è accertato, altresì, che lo stesso Alfonso Cesarano (cl. ’58), nel 2013, aveva effettuato un’operazione simile dimettendosi dalla carica di presidente del Consiglio di Amministrazione di altra società funebre, la Cesarano Nicola pompe funebri cooperativa, oggi non più attiva, in favore del nipote Catello. Le dimissioni erano l’immediata conseguenza dell’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli in data 7.12.2012 nei confronti della società di servizi cimiteriali “Caronte s.a.s.”, della quale era socia accomandataria la moglie di Alfonso Cesarano (cl. ’58), nonché della decisione della commissione di gara per l’assegnazione dei servizi cimiteriali a Castellammare di non procedere all’espletamento della gara, a cui partecipava la Cesarano Nicola pompe funebri cooperativa. Successivamente Alfonso Cesarano (cl. ’58) e Catello Cesarano trasferivano fittiziamente due rami d’azienda della Cesarano Nicola Pompe funebri cooperaitva in capo ad una nuova società, la Servizi funebri Srl costituita ad arte ed intestata a Michele Cioffi, che rilevava altresì il ramo d’azienda della Caronte s.a.s., continuando a svolgere i servizi cimiteriali a Castellammare di Stabia.

IL LEGAME CON I CLAN – Al termine delle operazioni Alfonso Cesarano (classe 58) è stato associato presso il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano; gli altri indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso i rispettivi domicili. L’attività d’indagine, corroborata dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, consentiva di contestare il legame tra Alfonso Cesarano e i clan camorristici, rivelando l’ingerenza della criminalità organizzata stabiese anche nel settore dei servizi funebri, attraverso il consolidamento ed il mantenimento di una gestione monopolistica, tale da impedire l’ingresso ad altre imprese concorrenti presenti sullo stesso territorio o su territori limitrofi. Emergeva, altresì, l’esistenza di taciti accordi tra le imprese di onoranze funebri operanti sul territorio, aventi ad oggetto la determinazione di vere e proprie “competenze territoriali”, dalle quali non era possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dall’organizzazione criminale che governano lo specifico settore. Nel corso dell’esecuzione della misura cautelare sono state sottoposte a sequestro preventivo le quote societarie ed i beni aziendali e strumentali delle due società operanti nel settore dei servizi funebri e cimiteriali, la “Servizi funebri Srl.” (con sede in Castellammare di Stabia) e la “Impresa funebre Cesarano Srl” (con sedi in Scafati e Vico Equense), per un valore totale che si stima pari a 7.500.000 euro