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POZZUOLI – L’ATMOSFERA/ Gioia e commozione intorno alla cappella votiva

POZZUOLI – L’ATMOSFERA/ Gioia e commozione intorno alla cappella votiva
  • Pubblicato15 Luglio 2012
Ugo Locricchio (il costruttore della cappella) e Gennaro Ciotola

POZZUOLI – Pace, gioia e serenità. Sentimenti che accomunano tutti i luoghi protagonisti di eventi mistici e che grazie alla fede, o alla sola curiosità delle persone, coinvolgono tutti: credenti e non credenti. Sensazioni che da giorni hanno invaso un tranquillo parco di via Levi a Monterusciello e che trovano la loro origine in una cappella raffigurante una sagoma mariana che sarebbe apparsa improvvisamente ed inspiegabilmente durante la costruzione di un altare votivo a Padre Pio. E quando protagoniste sono la religione, la fede e gli eventi mistici il risultato è sempre lo stesso: centinaia tra credenti, non credenti e curiosi danno vita a dei veri e propri pellegrinaggi contribuendo alla costruzione di un’atmosfera sacrale.

UN VIA VAI CONTINUO – Numerose le persone che da giorni, anche per una sola visita lampo alla cappella, hanno rotto la monotonia delle calde giornate estive di un parco di periferia. Un via vai di fedeli che inizia al mattino presto per finire a notte fonda tanto da costringere i residenti del parco ad affiggere un manifesto dove si invita ad abbandonare la cappella entro le 23.00. Un invito che rimane vano visto che fino all’una di notte ancora c’è gente che, o per sola curiosità o per grande fede, si fermano almeno un minuto per “toccare con mano” il fenomeno.

Il cartello che invita ad abbandonare il parco entro le 23.00

IL ROSARIO – Fedeli che venerdì sera si sono stretti attorno alla cappella in un grande momento di raccoglimento recitando il Santissimo Rosario. Stupore e suggestione nel vedere per le consuete strade deserte del quartiere di Monterusciello gruppi di persone incamminarsi verso la cappella. “Erano centinaia di persone” ha sottolineato Gennaro Ciotola, uno dei primi che ha scorto in quel gioco di luci ed ombre la sagoma raffigurante una madonna. Un rosario che ha visto tra i più assorti Ugo Locricchio, l’artefice della cappella. Applausi e invocazioni si sono alzati alla fine del rosario quando a coronare tale momento di preghiera sono stati fatti esplodere dei fuochi d’artificio.

IL FENOMENO SI DIFFONDE – Uomini, donne, ragazzi e bambini. Un fenomeno che sta coinvolgendo tutti e che giorno dopo giorno sta travalicando il quartiere di Monterusciello, così come ha affermato il signor Ciotola: “Siamo molto contenti. Ci fa piacere che a questo momento di preghiera e gioia partecipino tutti. Stanno venendo gente da Toiano e da Quarto. Il vero miracolo è questo. A noi non interessa cosa dice la gente, il vero miracolo è che centinaia di persone si stanno riunendo e riscoprendo la loro fede. La fede è un dono ed è la fede che ci permette di associare quelle macchie scure, impresse nella cappella, alla madonna. É giusto che ci sia chi non crede, quello che chiediamo è il rispetto. Rispetto per questo senso di comunità riscoperto e per chi ha attraverso la fede ha riscoperto gioia e serenità”.

LUOGO DI PELLEGRINAGGIO – Quando certi luoghi e certi eventi si caricano di misticità e sacralità, essi diventano inevitabilmente luoghi in cui invocare guarigioni e affidare la propria vita e quella dei propri cari. E così in questi giorni non sono mancati genitori che hanno accompagnato i loro figli affetti da patologie o disabili invocando per essi un miracolo. Come è accaduto durante il rosario all’aperto di venerdì dove un ragazzo in sedia a rotelle è stato fatto accomodare ai piedi della cappella affinché la preghiera dei presenti potesse intercedere. Numerose sono le mamme che portano i loro bambini piccoli e li pongono ai piedi della cappella per invocare salute e ricevere la protezione della madonna e di Padre Pio. Bambini che si impegnano nell’interpretare la sagoma con le loro mamme e che non appena la individuano, si fanno il segno della croce su suggerimento delle mamme. Come numerosi sono gli omaggi floreali inviati dai fedeli che con corone di fiori e piante hanno adornato la piccola cappella.

La gente del luogo cura il decoro della cappella.

UN PARCO IN SUBBUGLIO – Un fervore, una fede e una curiosità tale che fanno passare in secondo piano l’afa e la calura di questi roventi giorni di luglio. Ed ecco che per tutta la mattina si alternano anziani e giovani, persone che prima di recarsi al lavoro si fermano per porgere un saluto. Pellegrinaggi che continuano anche nelle ore di massimo calore quando verso le 15.00 numerosi sono i fedeli che sostano per minuti davanti alla cappella e che si impegnano nel mantenerla pulita e sacrale. C’è chi annaffia, chi spazza, chi dirige le visite e chi come Ugo Locricchio, il costruttore della cappella e devoto alla Madonna di Zaro, guarda sereno in disparte quello che per lui è già un miracolo: l’aver riunito centinaia di fedeli. Locricchio che respinge con forza qualsiasi insinuazione maliziosa: “Sono molto devoto alla Madonna di Zaro tanto da essermela tatuata in petto. Non mi interessa delle voci maligne che stanno girando sul mio conto. Io ho una fede enorme ed in essa mi rifuggo pregando per coloro che non sanno altro che malignare e sminuire l’accaduto. E a chi mi dice di voler speculare rispondo semplicemente dicendo che mai nella mia vita permetterò che si vendano santini e oggettini vari né tanto meno chiederemo mai offerte. La madonna non me lo perdonerebbe. Sono felice di poter condividere quello che mi è accaduto con le centinaia di persone che ogni giorno vengono a far visita”. Ed intanto però la disputa tra credenti e scettici come sempre imperversa.

ALESSIO GAMBARDELLA